Pagina:Osservazioni di Giovanni Lovrich.djvu/222

tano in lode i seguenti versi del Divino Ariosto.

          Che par, che questo studio in questa parte
          Nobile, è degno, e di gran laude sia;
          E senza molto rivoltar di carte,
          Che il Padre ai figli ereditario il dia.

Per le ferite formano un balsamo, composto di oglio, rosso di uovo, e qualche grano di sale. Strana composizione, ma prodigiosa, di cui non si possono negare i buoni effetti, che produce ne’ Morlacchi. Sanno essi rimettere, ed accomodare le ossa infrante in modo assai meraviglioso. Vi sono anche degli occulisti, che levan le cataratte, senz’averne una menoma idea di membrane, o tonache, che concorrono alla formazion dell’occhio. È cosa certa, che alcuni ànno ricuperata la vista perduta dopo la operazione chirurgica, ed alcuni altri dopo aver provato il dolore, che viene dietro alla operazione, non si sentirono in verun modo migliorare, accidenti che succedono ai più dotti di quest’arte anche ne’ luoghi i più illuminati. Si usa poco fra’ Morlacchi a cavar sangue agli ammalati, ma cavandolo, gli strumenti, cui adoperano, sono coltelli, o rasoj, e non già similia quelli de’ cavalli, come si fece credere al Fortis. V’è uno strumento per cavar sangue, ch’è raro fra’ Morlacchi nostri, e molto comune fra quelli dello Stato Ottomano, ed ognuno lo potrebbe adoprare senza verun rischio. Io l’ebbi a vedere una sola volta, e se ben mi ricordo, è costruito in guisa di una balestra, di cui la freccia serve di lancetta, quale sendo in un canello ben cavo è spinta dalla corda, che attravversa il manico. Ella non può girsene, se non tanto, quanto si à creduto abbiso-