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mi sembra, dovess’essere il seguente, benchè bestiale raziocinio di un Morlacco. Questo una volta senrimproverato di aver condotto il proprio cavallo a medicare, e per un uomo non si moverebbe a chiamar il Medico, rispose ingenuamente. Quando io vo a medicar il cavallo, incontro una picciola spesa di tre, o quattro Petize, ed egli o guarisce, o no. Se guarisce, non ò speso malamente il mio denaro; se no, dopo la disgrazia di averlo perduto quattro Petize mi riescono di poco danno. Al contrario, se mi si ammala un uomo, e chiamando il Medico, per le sue fatiche, e per accoglierlo bene in cala, mi occorrono tre, o Quattro Zecchini. O è stabilito, che l’ammalto muoja, o no: Se non è stabilito, io fo una pazzia a chiamar il Medico: S’è stabilito ne fo una doppia, poichè se avessi i quattro Zecchini, che spesi per lo Medico unitamente a qualche altra bagattelluccia io mi spiccio dalla spesa del Funerale, ch’è una cosa indispensabile, e non avendo quelli, conviene spendere altrettanti, onde in tal modo incorro in due spese quasi uguali, di cui la prima era affatto superflua. Da ciò si vede, che l’idea del fatalismo, che regna fra’ Morlacchi è un po’ dannosa a que’ Medici, che potrebbon da essi sperare qualche giovamento. Chi sa, che non arrivi il tempo, che anch’essi vogliano vivere alla moda, procurandosi i Medici? Io non saprei, se allora questa gente, corotta dall’arte dovesse prolungar più, o meno i giorni della vita. È certo, che adesso vi son de’ gran Vecchioni, e come osservammo in altro luogo, molti che arrivano all’età di un Secolo, e l’oltrepassano ancora.
Di Chirurgia i Morlacchi, attesa l’ignoranza in cui vivono, se ne intendono a meraviglia, e meri-