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ne colle schiavine, ed in faccia al Sole, s’è di State, o in faccia al fuoco s’è di Verno, si distendono supini per sudare il male. Bevono inoltre acqua fredda, e protestano di averne sempre ritratto sommo benefizio. Un altro modo di liberarsi dalla terzana è di mettersi camminar fortemente all’ora critica, e ber del vino in modo sì eccessivo, che ponga in un perfetto obblio di se stesso il febbricitante. Con questo febbrifugo molti giurano di essere guariti perfettamente: Così un Diavolo cacciò l’altro. Vi sono molte altre cure su questo proposito, che lascio a parte. Contro i dolori reumatici usano far fregagioni sopra la schiena dell’ammalato, ma per lo più non vi fanno gran conto. Nelle pleuritidi applicano alla parte dolente una pietra arroventata involta in uno straccio asciutto, ovvero miglio ben riscaldato al foco, involto pure nello straccio. Sogliono anche per le pleuritidi certuni prendere una pozione di sterco topino, mescolato nell’acqua. È noto agli amanti di Medicina, che Xenocrate viene ripreso da Galleno per aver dato dello sterco a divorar agli uomini, quasi non avesse avuto rimedj migliori. Io non ò esaminato se lo sterco di un topo mandi buoni effluvj, come dicono alcuni Autori, nè da chi i Morlacchi possino aver appreso un tal rimedio. Sembrano scusabili per altro que’ pochi, che lo usano, da che fanno per la salute ciò, che Commodo Imperatore, per quanto dicesi, faceva per genio, mescolando le feci alle sue piattanze più squisite. Curano le ostruzioni con una pozione composta di Rakia, e mele, e pece di sapino, che si fa bollire alquanto, pria di berla, e questa pozione è rimedio efficace anche per la Etisia, secondo l’asserzione di alcuni Morlacchi. Delle virtù, ch’essi at-