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loro prossimi. Cento sogni di simil natura per lo zelo, che tra essi si à per i morti, impoverirebbono de’ Villaggi intieri.


Streghe.

Le streghe, che in molti luoghi sono andate in disuso, fanno una buonissima figura ancora fra’ Morlacchi. Elleno sono conosciute in Illirico col nome di Vieschizce, e sono quelle, che vanno stridendo, e volando di notte, strappando i cori ai bambolini in culla. Così credevano anche i Romani che lasciaro per eredità questa superstizione a’ Morlacchi1. Al mestiere delle streghe fra noi, non si applicano, che i furbi, ed i pezzenti, ma nulla ostante

  1.           Nocte volant; puerosque petunt nutricis egentes
              Et vitiant cunis corpora rapta suis.

    Ma quel che non credeano i Romani, credono i Morlacchi che le streghe si convertono in farfalle, quali pure vengono chiamate col nome di Vistizce. Questa superstizione però sembra dovess’essere forestiera. Dante, se non m’inganno, in un verso della sua divina opera l’anima chiama angelica farfalla

              Nati a formar l’angelica farfalla

    ch’è appunto quella secondo l’opinione de’ superstiziosi che lascia il corpo delle streghe, e va facendo i suoi prodigj dopo una tal metempsicosi. I fanciulli si smascellano per le risa nell’udir questi racconti. Nec pueri credunt nisi qui nondum are lavantur.