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Io non entro in questione, se i Morlacchi abbiano portata seco dal Settentrione. questa credenza Orientale, o se l’abbiano appresa da’ Romani. Osservo, che quando si vuol alle volte persuader taluno di qualche buon successo, si usa ancora dire fra essi scambievolmente
Srichiate gleda;
Nesriachiati neda
che traducendo il sentimento in Italiano corrisponde al dir
La Sorte non ti è bieca,
Il Diavolo ti accieca.
quasi che la sorte, ch’era il Genio buono conducesse per vie dirette, ed il Diavolo per le indirette. Ma questa falsa persuasione è quasi sradicata da’ loro cervelli: per mezzo de’ Ministri della Religione Cristiana che persuasero loro, che non vi sono, che gli Angeli Custodi, che vegliano alla cura de’ Cristiani, ed ai Diavoli è permesso di tentarli. Nulla ostante una verità così evidente, per non perder l’antico uso, essi non possono metter in non cale la loro Deità Srichia, ch’è il buon Genio, il quale invocano specialmente ne’ tempi di chiasso, senza saper che si dicano, giocando con esso, come i Poeti con Bacco. I Romani pure nelle gozzoviglie aveano il Dio Genio.
Indulge Genio: carpamus dulcia: nostrum est
Quod vivis; cinis, & manes, & fabula fies
- Pers. Sat. 5. v. 120.