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to, che in essa cade. Di queste mezze Feste, di cui si potrebbe riempire mezzo Lunario, ne sono il più delle volte origine gli Ecclesiastici, che non pensando alla necessità de’ lavori di Campagna, distolgono i Morlacchi da molte miglia lontani ad udire una Messa imponendo loro per debito, quando per tale non è decretato dall’autorità della S. Madre Chiesa, e talvolta li obbligano ad offrir una data elemosina, pria di dar permesso loro di lavorare. Questi abusi scandalosissimi si rendono di giorno in giorno sempre più intollerabili. I colori dell’Iride, o sia arco celeste, sono i segni della buona, o cattiva raccolta del vino, o dell’oglio. Marco Antonio de Dominis nostro Dalmatino fu il primo, che coll’esperienza à dimostrata la ragion de’ colori nell’Iride, ed un celebre Filosofo oltramontano non si vergognò di appropriarsi il suo ritrovato. È cosa sorprendente, che i Dalmatini di que’ tempi barbari non lo abbiano preso per Istregone, o Mago; ma la turba de’ fanatici, ed ignoranti non mancò di farlo impazzire colle persecuzioni, ed alcune sue proposizioni mal intese, lo proclamarono Eretico. Un tale affronto irritò a segno il Dominis, che dimenticandosi, come si pretende, i doveri di vero Cristiano, scrisse qualch’empietà contro la nostra santa Religione. E perchè tra le altre vi era anche quella, che i Vescovi devono avere la stessa autorità, che i Papi, fu chiamato a Roma, ove sendo abbruciato pagò il fio della sua Dottrina. Torniamo a’ Morlacchi. Essi ànno le loro osservazioni anche in proposito de’ venti Boreali, che per mancanza anche degli alberi dominano sì fortemente in alcuni luoghi della Dalmazia, e specialmente a Sign, che non di rado portano i tetti delle povere capanne di paglia in a-