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vere. Ma saranno perciò condannabili? Si regolano sul gusto degli Astrologi più colti. Raccontano per altro alcuni de’ Morlacchi, che vi eran due fratelli Zingari, così perfetti Astrologi, che sempre si verificava la predizione di uno di essi. Uno diceva, che à da piovere, e l’altro di no. Egli è certo, che uno degli due avrà avuto sempre ragione. Ciò somiglia alla predizione de’ Calogeri intorno la morte di qualcuno del loro rito. Uno di essi dice all’ammalato, che morrà, e l’altro di no. Quello che indovina è tenuto per Profeta, dell’altro non si parla. La Fisica de’ Morlacchi intorno la formazione delle Meteore è solamente loro propria. La superstizione spiega tutti i fenomeni. La grandine, che si cava dall’ordinario è certamente gettata dalle Streghe, ed i nugoli neri, sono il loro domicilio in aria. I Tifoni, che alle volte trasportano de’ pesci marini sulle Montagne, sono Stregoni anch’essi. I tuoni sono i carri di S. Elia, che se la diverte carreggiando in Cielo, e sopra questi porta il cannone, con cui va saettando. Le pietre cristallizzate dai fulmini, che si trovano ne’ letti de’ torrenti, od altrove, sono le saette, che feriscono gli uomini, come credeva pure qualche Filosofo. I Morlacchi quando le trovano, le portano in dosso, e si credono sicuri da qualunque sorte de’ fulmini. E perchè S. Elia viene creduto il direttore di essi, gli portano i Morlacchi una devozione incredibile, e la sua giornata santificano tutta, od almeno fanno mezza Festa. Così se talora accade, che un bue, od un cavallo si rompa il piede, od altro, tosto credono di aver fatto un male a lavorar in quella giornata, e nascendo la devozione unita alla loro pigrizia, ne santificano in seguito la metà, e prendono per prottettore il San-