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          Non hic pampinea dulcis latet uva sub umbra
               Nec cumulant altos fervida musta lucus.
          Poma negat regio, nec haderet acontius in quo
               Scriberes hæc Dominæ verba legenda suæ.

Se mai taluno rimbrotta ad essi la loro inerzia, e che voglia suggerirli i modi di coltivar le terre, ànno sempre in bocca la risposta: „Ciò, che non ànno fatto i nostri maggiori, neppur noi vogliam fare.„ Stimano pregio grandissimo non alterar il sistema, loro tramandato dagli antenati, e chi fa altrimenti è tenuto poco dabbene. Ànno un odio giurato con ogni sorta di alberi, quindi è, se uno li pianta, mille altri si allestano per isradicarli. Come i Chinesi non vogliono altre Leggi, che quelle di Confuzio, così i Morlacchi sono costanti a non voler altri costumi, che gli antichi. Se avessero a persistere in tale opinione, i progressi dell’Agricoltura sarebbono sempre gli stessi. Sarebbe dunque di prima necessità estirpar da’ loro capi ostinati i pregiudizj, che servono di grande ostacolo alla loro felicità.

Ma come gente assai robusta per natura (come sono i Morlacchi) si osserva pigrissima nel lavorar la terra, e quel che strabilia ancora di più, gente, che in tempo di guerra odia la quiete affatto, ed espone il petto senza riserva al furor ostile è tanto poi inerte in tempo di pace? Questa è una mirabile diversità della Natura, come osserva Tacito ne’ costumi de’ Germani.1 Ma se ne’ tempi addietro re-

  1. Quoties bella non ineunt, non multum venatibus; plus per otium transigunt dediti somno, ciboque fortissimus quisque, ac