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sere qualche cosa di parziale agli occhi degli stranieri. Ma creda ognuno a modo suo. Io sono lontanissimo dal dar pregio ad una cosa per lo Spirito Nazionale.

Ritorniamo a’ Morlacchi. La loro ignoranza, in cui come dissi, essi vivono, li rende il bersaglio di quelli, che sanno prevalersene, ed i loro Nazionali, a cui spetta, e che potrebbon difenderli colla ragione alla mano, non si curano della infelicità di questi timidi Popoli. Sembra, che si sieno anch’essi uniformati a quell’assioma decrepito: Divide, & impera. Le Leggi del Principato, i sacri Dogmi della verità Evangelica di sovente non sono conosciuti da’ Morlacchi, che sotto un aspetto diverso a capriccio degl’Interpretatori. Quindi non sarebbe da meravigliarsi, se ignorassero le vere Leggi, e se abbondano di superstizioni.

§. XXII.

Arti.

L
E arti de’ Morlacchi non vanno al di là de’ loro bisogni. Bisogna confessare, che nelle loro manifatture vi entra poco buon gusto, ma se si esamina la semplicità, con cui si lavorano, forse v’è anche troppo. Gl’intagli de’ basso-rilievi molto bizzarri, che i Morlacchi usan fare col solo coltello nelle loro rustiche sampogne da due canne, ne’ loro vasi da bere, ed altro, ed i Pettini di legno, che vagliono la mica di un soldo Veneto, fatti perfettamente, come quelli di avorio, non cessano di avere qualche pregio.

L’arte del Pentolajo è frequentissima nelle Ville