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ze, come più diffusamente osservammo al paragrafo della educazione. Ne’ parti poi difficili le si legano ben ritte in piedi alle trabi, e forzatamente si fanno stare in tal positura fino a tanto, che non partoriscono, e questo credono il modo più opportuno, per agevolar l’uscita al feto. Ma le Morlacche del rito Greco sien facili, o difficili i parti, non v’è alcun, che le assista, e se fossero al caso anche di morire, non è lecito, fuorchè ad una Morlacca Latina di porger loro ajuto, avanti l’arrivo di cui possono miseramente perire le partorienti. Di questa inumanità sono le vere sorgenti i Calogeri, da quali è proibito pure a tutti, e cadauno del loro rito di toccar le puerpere, avanti il termine di quaranta giorni, così pure di mangiar da un piatto istesso, uso totale dell’Ebraismo. Regna inoltre una superstizione ridicola fra le Greche, e che con meno di rigore si estende anche fra le Morlacche nostre, che le Madri sole debban seppellire le secondine de’ proprj parti. Dopo parecchi giorni, ch’elleno àn partorito, vengono visitate da’ parenti, e vicini, che portan seco da mangiare, e si fa una cena con ciò, detta Babine.

Le Greche pria di essere compiuti quaranta giorni dopo il parto, e senza la benedizione lustrale non entrano mai in Chiesa; le Latine quasi tutte osservano il rito della benedizione, ma non ànno numero de’ giorni prefisso, per entrar in Chiesa. Non è permesso alle Greche da’ loro sacri Ministri di allattar i fanciulli dopo un anno ne’ giorni del digiuno; non v’è questa pazzia fra le Latine. Durante il puerperio alle Morlacche non nuocono gli odori in verun modo.