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satoria di sorte alcuna, quasi volessero significar, che si dovesse far più conto di una cavalla, che di una Donna. Con tutto questo però non si creda, che le Donne Morlacche sieno facili a lasciarsi vincere dagli uomini. Esse mostrano per lo meno un’apparenza tale, che le fa credere più severe delle caste Sabine, ed avrebbe il torto quello Scrittore, che seriamente volesse asserire, che specialmente nelle Ville della Dalmazia, le Donne si prostituiscono a vil prezzo, per la vanità di comparire nel vestito. Ma chi ciò lasciò scapparsi dalla penna, vorrà dire delle Donne da prezzo, (quantunque poche fra noi) che chiamano, ed attendono i passeggieri in istrada, nè cessa di avere il pregio però, per aver saputo che il prezzo della prostituzione di una Donna fra noi consiste in un nastro, un pajo di scarpe, o calze, e simili. Chi così parla, avrà probabilmente de’ documenti certi per poter confermar la sua asserzione, senza timore di essere tacciato di bugia. I Morlacchi sono gelosi all’eccesso, ma non lo mostrano. S’essi scorgono le loro Mogli infedeli, il più mite rimedio per esse si è, che svaniscono agli occhi de’ viventi. Dove poi le sieno, cosa di esse sia successo, non si sa. Questi fatti mirabili si notifica-

    non già per giustificarsi dello sprezzo, con cui sono trattate da essi, com’è di parere il Fortis, ma per un’antica abituazione. Le fanciulle sono alla stessa condizione. Il burro, che adoprano per ungersi i capelli, perchè facilmente inracidisce, offende di lontano le narici di un galantuomo, ma sono prive comunemente di que’ crucciosi insetti, cui piacque ad un Poeta dar il nome di perle di argento, per adulare la propria amante. Le Amazoni Morlacche non pugnano colle spadine, per infilzar queste perle di argento.