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gioni per parte loro allo sposo. Non è già, che lo sposo anche da per se solo non fornisca abbondantemente de’ cibi la Tavola per tutta la comitiva, anzi se l’entrata non è andata bene, non v’è alcuno, che si ammogli, e a un di presso i Morlacchi sono del parere di quel Poeta, che „senza Cerere, e Bacco, Venere si raffredda.“ Il soverchio apparecchio per queste Feste Nuzziali potrebbe saziare una compagnia sei volte maggiore, e ciò si fa specialmente ad oggetto, che tutti i passeggieri vengono invitati, e per tutto il tempo delle Nozze ora gli uni, ed ora gli altri mangiano, e giorno, e notte per così dire.

Fra le piattanze che i Morlacchi sanno preparare, le più stimate sono i polli fritti alla loro usanza1 e le Torte, non già di latte, e farina, che sono detestabili a qualche palato. Si mangia di ogni sorte di vivande, le più preziose, che si possono trovare ne’ loro Villaggi, e che sono le più alla moda fra loro. Il Fortis affidato alla testimonianza di San

    biano derivata la voce stravizzo. Ma si può far uno stravizzo, senza che vi sieno Feste Nuzziali. Per questo i Morlacchi, cui non mancano espressioni, chiamano Pirovi le Feste Nuzziali.

  1. Il modo, con cui preparano i Morlacchi i polli fritti è il seguente. Dopo essere semi-cotti nell’acqua bollente, li tagliano in pezzi, e li fan friggere nel burro. Dopo ciò vi si mette sopra essi la concia di aglio pesto, e latte inacidito, ed in mancanza di questo dell’aceto. Uh! che cosa stomacchevole, e ributtante per un palato Francese! A qualche Milord piacque oltre modo questo cibo. Io per me seguito quell’antichissimo, e ormai decrepito proverbio, che de’ gusti non convien disputare.