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nano al loro posto, col rossore di non aver adempiuto il proprio dovere.1 Sì fanno i brindisi anche scambievolmente gli Svatti tra loro, e viene più stimato chi sa ber più vino, senza ubbriacarsi: ma tutti vogliono poter resistere, e per non restar gli uni inferiori di merito agli altri, gli uni bevono più degli altri, e ne nasce, che diventano ubbriachi quasi tutti. Perchè non succedessero questi disordini, un Medico meglio di ogni altro saprebbe sciogliere questo problema, da insegnarsi a’ Morlacchi: Data la forza del vino, e la robustezza del temperamento, trovar quanto vino si può bere, senza ubbriacarsi. Allora senza berne una goccia, potrebbono essere noti i più valorosi, ma ciò non saprebbe buon grado a’ Morlacchi.

Terminato il pranzo, quando già tutta la compagnia è bene all’ordine di ubbriachezza, tolto che il Zaus comincia gridare, Azur, Azur, Bigna,2 lo stari-svat comanda alla comitiva di montar a cavallo. I parenti della giovane a cavallo anch’essi, vanno ad accompagnare gli Svatti per qualche tratto di cammino. Lo Sposo s’invia cogli Svatti, ma dopo poco viaggio, unitamente al compare se ne torna addietro, e va a baciarsi colla Suocera, che già lo aspetta in casa vicino alla soglia della porta, cui l’uso

  1. Alle volte, quando si à fissato di ubbriacar qualcuno, si uniscono più Svatti per ubbriacarlo, ed il modo è il seguente. Tutti gli fanno un brindisi con un bicchiere di vino. Il decoro vuol, che si risponda a tutti, nè in casi simili vale, nè si cerca la grazia. D’onde viene, che il punto di onore lo rende ubbriaco a maggior segno.
  2. Sono termini derivati dal Turco.