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la fanciulla.1 ei però non esaminò le contraddizioni: trascrisse solamente le relazioni altrui, e forse anche in fretta.
Giunto il giorno stabilito, i Proszci, come prima ben provigionati, vanno alla casa della fanciulla, che loro fa lume con una scheggia di sapino, mentre cenano, e dopo ch’essi ànno cenato, e che ognuno per rito antico à bevuto tre volte, si presenta dal Capo di essi alla fanciulla stessa un bicchiere di vino, cui se riceve, è segno, che i suoi parenti sono già disposti di cederla, ed allora il Proszac le dà un pomo, piantandovi in esso un Zecchino in oro. La fanciulla consegna il pomo al Padre, od al fratello, che per la cessione della figlia, o sorella, cominciano ad apprezzarla co’ Proszci. Il prezzo di una fanciulla suol consistere in Zecchini dieci, o dodici, e più, o meno a tenore della ricchezza dello Sposo. Questo soldo viene impiegato per formar i regali da distribuirsi, come vedremo, l’ultimo giorno delle Nozze agli Svatti. Di dote non si contratta fra’ Morlacchi, poichè essi cercano solamente le Mogli, nè per l’avidità dell’oro, (dicono essi) vogliamo acquistar il Demonio in casa, o Padroni, sopra se. Se mai succedesse, che vi fossero due, o tre pretendenti di una fanciulla, e che il Padre la pro-
- ↑ La massima cura de’ Morlacchi in vero è quella di veder se con chi maritano la fanciulla à delle biade, bastanti per lo mantenimento della famiglia, altrimenti non la cedono. Per questa ragione vedendo essi, che anche uno, che li serve, può mantenere la fanciulla, non ànno verun ostacolo di concedergliela. Ma sempre però s’informano, e badano alle circostanze di chi la chiede.