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no i suoi di maritarla con chi ella vuole, stabilisce di unirsi all’amante senza verun consenso. Sembra giusto, ed è legge di Natura operar in simil modo, quando vuolsi sforzare l’altrui volontà nella scielta di una cosa, che ogn’individuo sarebbe bene si sciegliesse da per se. Ordinariamente la fanciulla rapita non ritorna alla casa Paterna, e se a caso taluna si pente di esserli lasciata rapire, e trova il mezzo di esimersi dall’amante, corre rischio di acquistar poco buon concetto, e di maritarli con istento, o non mai. Se le fanciulle dopo essere rapite tornano alle proprie case (cheche vengano custodite con tutta gelosia, ed onestà da chi le rapisce) si tirano dietro il proverbio di lingue mordaci, che „se la vacca è gita, doveva almeno lasciare il vitello.“ Simil proverbio, che non piace per verun conto alle fanciulle Morlacche, obbliga quasi tutte, che si lasciano rapire, a starsene col rapitore a costo di sacrificar la propria tranquillità.

§. XIX.

Matrimonj.

D
Agli amori pell’ordinario non si passa ai matrimonj. Si suol cangiare. Quello che amoreggiò con una, sposa un’altra. Ciò dipende alle volte o dalla sua propria volontà, o da quella della famiglia, poichè in alcuni luoghi si stabiliscono i matrimonj, senza che gli Sposi futuri si abbiano mai veduti, se non al momento di adempier le sacre cerimonie, e bisogna confessare, che pel rispetto che ànno i Morlacchi ai proprj Genitori, perdono sovente la propria pace, e chi antepone questa al rispetto