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tori da que’, che li citano, si mette loro in bocca ciò, che non ànno mai immaginato, e si muta intieramente il vero senso, ed al Fortis, cui non manca ingegno, e capacità, dovrebbono essere noti questi accidenti. Oltre la Gusla vi sono degli altri stromenti Musicali fra’ Morlacchi. La Tambura, ch’è una specie di mandorlino con due corde metalliche è lo strumento Musicale, il più nobile di tutti, a suon di cui pure si canta. Le diple, che sono fatte da una canna, coniata ad un otre, accompagnato colle strette del braccio, sono strumenti da fiato, come pure lo zufolo, e le sampogne a suon de’ quali non si canta però mai. Ma i Morlacchi cantano anche senza strumenti, e a tutte le ore per così dire. Se viaggiano,1 se lavorano, se mangiano se conversano, sempre si sentono anche a cantare. È probabile, che la loro Musica, benchè rozza sia atta a farli por in obblio la melanconia, cui bene

    e la giustatezza del verso. Doveva riflettere un poco il Fortis, che Odjelitise si poteva sincopare, ed allora la sua istruttiva annotazione averebbe fatta miglior comparsa.

  1. Viaggiando, e particolarmente di notte quasi sempre ogni Morlacco canta, ma quando sono molti in compagnia cantano per lo più alternativamente. Anche i Romani pare, che così facessero, come comparisce da Virgilio in una delle sue egloghe.
    Et cantare pares, & respondere parati.
    Sì mettono i Morlacchi a mangiare, non avendo altro spesse volte, che del gran Turco, e formaggio, nullaostante, quando v’è anche del vino, bisogna cantar le azioni di Marco Kraglierich