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tis, che i loro contratti degenerano qualche volta in soverchia dabbenaggine, ma coprendosi con questa, di sovente corbellano i più scaltri. Egli è un avvertimento di Seneca, che per essere felici, conviene a taluni fingersi stolti1. Non si fidano degli Italiani, e li ammirano con occhio di disprezzo per quella ragione, che quasi tutte le Nazioni scambievolmente si sprezzano. Quindi è, che danno la stessa forza alla parola Lazmanska-Virro Fede d’Italiano, che gl’Italiani attaccano alla parola Morlacco. Gli uni, e gli altri credono di strappazzarsi, parlando così. Il Fortis, che quà e là raccoglieva le nozioni de’ costumi de’ Morlacchi non è colpevole, se non à compresa la forza della parola Lazmanska-Virro, che fà servire di egual ingiuria, che Passia-Virro, cioè fede di cane. Passia-Virro, Passia-Dusco, niendna-virro, niendna dusco, cioè Fede di cane, anima di cane, nessuna Fede, nessun’anima sono strappazzi, che si danno universalmente alle Persone, e a dir Fede di cane ec. è una delle maggiori bestemmie, che abbiano i Morlacchi, e per cui dagli Ecclesiastici si punivano una volta i penitenti col farli stare pubblicamente in Chiesa o con qualche osso in bocca, o con qualche sasso sulla schiena, e ne’ luoghi più rimoti dal commercio si fa lo stesso anche a’ nostri giorni. Ma Lazmanska-Virro è strappazzo, che si dà solamente ad un Italiano, come Arkaç-Ka Virro Fede di Greco si dice solamente ai Greci. I Greci fra noi sono della stessa Nazione, che i Morlacchi del rito Latino2, ma per un