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glia lontano.1 V’è del buon ordine in queste saggie distribuzioni, nullaostante ciò, i Morlacchi vivono disordinatissimamente. L’economia è bandita capitalmente da tutte le loro famiglie, e se v’è taluno, che intenda la utilità di questa, viene beffatto egregiamente da’ suoi Nazionali, e piamente ad un economo si attribuisce il peccato dell’avarizia. Consumano le loro derrate senza veruna regola, e misura, e ne succede, che i più benestanti non arrivano alle volte alla raccolta delle nuove messi, che non facciano qualche debito di biade. Sembra, che vogliano dimostrar con ciò la poca fatica, che incontrano nel coltivar i loro prodotti. Ma tutti i loro disordini economici, a ben cosiderare, non consistono, che in gozzoviglie, che cominciano al tempo della raccolta de’ grani, e durano fino agli ultimi del Carnovale. Di State, se lavorano in campagna, mangiano quattro volte il giorno, ed in questo tempo ad ogni modo vi à da essere anche del vino, altrimenti non si può lavorare. È naturale, che l’estro di Bacco li riscaldi, onde divengono cantori, e Poeti in un tempo istesso, e di ordinario non si sente altro, che decantar Marco Kraglievich2 che per 4

  1. Una volta lo Starescina era Padron assoluto, e sempre il più vecchio della Famiglia. Al presente non è più Padron assoluto, ordinariamente peraltro il più vecchio comanda. Ma se la Famiglia scopre, che il vecchio non è capace di sostentar la dignità di Capo di Casa, elegge un altro, che sappia coprir un tal posto. Si depose il pregiudizio, che solamente i vecchi sanno dirigere, e si vide, che non è l’età alle volte, che fa l’uomo.
  2. Questo è un nome, che per lo più si sente decantare da’