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cioè un particolare introito lordo di più di un milione all’anno, da stralciarsi a circostanze pari dall’introito complessivo di tutte le opere.

2.° Abbreviandosi fino al 50, al 62, all’88 per 100 la distanza tra città e città, e quindi la spesa generale delle corse intermedie; evitandosi l’uso promiscuo dei cavalli e delle macchine, il quale apporta perditempo, incertezza, confusione e collisione, necessità di ripetuti scarichi e ricarichi e altri incomodi; e rendendosi più frequenti e regolari le occasioni di corsa a un numero anche minimo di passaggieri: si otterrà un concorso proporzionalmente maggiore.

3.° I parziali tronchi di strada diverranno immediatamente fruttiferi e potranno dare utili esperienze da applicarsi ai lavori susseguenti. Al contrario la linea delle campagne non potrà dar frutto che dopo un corso d’anni necessario al totale suo compimento: il che accumulerà sull’introito finale l’aggravio degli interessi di un immenso capitale crescente d’anno in anno; cosicchè non sarebbe fuor dei limiti della probabilità, calcolando a 60 milioni la spesa viva delle opere sulla linea maestra, il calcolare questa spesa morta a 10 altri milioni. Se poi si ammette la possibilità di circostanze imprevedute che interrompessero per qualche anno il corso dei lavori: ognun vede che l’aspettazione dei capitalisti potrebbe venirne dolorosamente delusa.

Ora se si tiene conto di queste tre considerazioni; se si valuta a una decina di milioni il risparmio degli interessi, e una decina il risparmio dei bracci addizionali e ad un annuo milione il cresciuto introito per l’ottenuto avvicinamento delle città e dei laghi: si può ben congetturare che la linea delle città debba offrire un margine dai 30 ai 40 milioni.

Resta a provarsi al sig. Eumene che le difficoltà del terreno possano assorbire tutta questa somma, cosicchè la linea maestra lungo le città debba costare a cagion d’esempio 100 milioni e quella delle campagne solo 60. E allora? Allora si dovrebbe sempre preferire la linea delle città 1.° pel vantaggio più generale degli abitanti del regno e massime delle città:, 2.° per la maggior velocità e frequenza del servigio in virtù delle minori distanze e dell’uso consueto delle macchine; 3.° per la maggior sicurezza, prontezza e perpetuità della riuscita.

Oss. XIII. Al paragrafo 23 si avverte, che ove la strada passasse per le precennate città si potrebbe tenere preparati i carri da attaccarsi al passaggio alla sequela degli altri; ma nulla impedisce che ciò si pratichi pure