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in abissinia 1867-1868 29


La linea seguita dal corpo di spedizione, se era la più breve e la più facile, non era certo nè la più bella nè la più interessante: quegli altipiani, sia per la loro grande elevazione sopra il livello del mare, sia per la vicinanza dei Gallas, tribù nomadi maomettane, nemiche acerrime degli Abissini, sono poco abitati, e pochissimo coltivati; successe talvolta di marciare giornate intere senza neppure vedere un albero, tal’altra di dover fare qualche chilometro per trovar acqua; e i pochi villaggi che si incontravano, addossati tutti a qualche masso roccioso, oppure nascosti in qualche insenatura di valle, non offrivano altro vantaggio che di poter esaminare da vicino lo squallore e l’abbrutimento in cui vivono quelle strane popolazioni cristiane.

Numerosi indigeni venivano a visitare ogni giorno gli accampamenti, e, seduti a terra in crocchi di otto o dieci, stavano osservando, per ore ed ore, a bocca aperta ed occhi spalancati, le meraviglie di un consorzio europeo; alcuni d’essi, più socievoli, offrivano i loro pochi prodotti, come miele, burro, latte, cera o pane d’orzo; e, non appena le truppe stavano levando il campo, turbe di donne e di bambini si gettavano sullo spazio occupato già dai cavalli a grattare la terra colle unghie, per raccogliere tra le immondizie gli avanzi del grano e dell’orzo.

L’abbigliamento di quegli indigeni non pecca certo di eccessiva complicazione; le donne vestono una semplice gonna di cuoio, oppure una camicia di grossa tela stretta alla cintura, e portano quasi tutte braccialetti di filo torto di ferro o di rame, e collane di conchiglie o di vetro; alcune, forse le più distinte, si colorano di rosso le unghie delle mani e dei piedi, e si coprono le gengive di certa pasta cenerastra che fa maggiormente risaltare la bianchezza dei denti; gli uomini vestono pantaloni di tela, portano un lenzuolo sulle spalle, a guisa di mantello, e quasi tutti vanno armati di lancia.

Uomini e donne sono sempre a piedi nudi e capo scoperto: e per diminuire gli effetti dei raggi solari ungono i capelli di burro ancora solido, che, liquefatto poi dal sole, lasciano colare giù per il corpo.

Oltre gli animali dei nostri climi, quelli che si incontravano con maggiore frequenza erano scimmie e sciacalli; di notte poi si era continuamente disturbati dagli urli delle iene affamate che si aggiravano intorno agli accampamenti: in alcune valli furono visti