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26 la spedizione inglese


H) Forni.

Un servizio che lasciò alquanto a desiderare fu quello dei forni di campagna: gli operai incaricati avrebbero forse potuto seguire fino ad un certo punto le truppe in marcia, oppure tener dietro a breve distanza e spedire innanzi il pane; ma le difficoltà dei trasporti si opposero a questo sistema, e successe così che, lasciata la prima stazione sull’altipiano, le truppe non ebbero più pane fresco se non nelle marcie di ritorno, e si dovettero accontentare, per tre mesi circa, di biscotto e ciupati, ossia stiacciate di farina impastata con acqua e poi abbrustolita.

V.

La strada percorsa dalle truppe.

La baia di Annesley è una vasta insenatura di 7 chilometri circa di larghezza per 30 di lunghezza, determinata, nel suo contorno, dalla spiaggia di Zula e dalla penisola di Buri. Sicura, per la sua stessa conformazione, dai venti di ponente, mezzogiorno o levante, e difesa, a nord, dall’arcipelago di Dalac che ne segna l’entrata, questa baia può offrire tranquillo rifugio anche alla flotta più numerosa.

Alla spiaggia di Zula mette foce il torrente Haddas; e risalendo un affluente di questo si giunge al passo di Komélu, da dove con quattro giornate di marcia si riesce sull’altipiano abissino.

Più volte, prima d’ora, a proposito della linea di marcia delle truppe, è sfuggita in queste pagine la parola strada; ma questa parola va presa semplicemente nel senso di direzione, perchè in Abissinia non esistono strade, e non si incontrano che sentieri tracciati dalle impronte di pedoni, cammelli o cavalli. Ora, un semplice sentiero non poteva certo bastare ad un corpo di spedizione il quale conduceva seco, oltre al resto, una batteria di cannoni Armstrong da 12; e si dovette quindi dar mano alla costruzione di una vera strada.