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20 la spedizione inglese

sariato, pesato un sacco con una mano, gettava con l’altra uno o due talleri, e la tela cerata scompariva ben presto sotto immensi mucchi di farina, o d’avena.

Frattanto in un altro punto del campo un altro agente visitava, comperava e faceva abbattere buoi e montoni; e in meno di due ore le truppe potevano recarsi a ritirare le razioni.

I prezzi medii in siffatti contratti erano i seguenti: un tallero sette chilogrammi di avena, un tallero tre chilogrammi di farina, e da dodici a quindici talleri un bue: in tal modo la razione degli europei, scarsa com’era negli ultimi tempi, veniva a costare in moneta italiana L. 3,50 circa, e quella degli indiani L. 2,50.

Non è forse fuor di luogo il ricordare qui che l’unica moneta europea conosciuta ed accettata in Abissinia è il tallero di Maria Teresa col millesimo 1780; il governo inglese, non volendo imporre le sue sterline, aveva pensato di far coniare a Vienna migliaia e migliaia di quei talleri, e di distribuirli al corpo di spedizione per facilitarne sin dal principio le relazioni cogli indigeni: il guaio era che non c’erano spezzati, e che per la più piccola cosa s’era obbligati di spendere un tallero, ossia L. 5,50 della moneta nostra.

Appena iniziate le marcie di ritorno, si ritrovò subito l’abbondanza; e le truppe furono ampiamente risarcite degli stenti sofferti nella prima parte della campagna. Il riordinamento del corpo dei trasporti aveva prodotto i suoi benefici effetti, e s’eran potuti formare lungo la strada numerosi depositi di viveri e d’oggetti di vestiario: nelle stazioni principali s’erano stabiliti forni di campagna per la fabbricazione del pane: in quasi tutti i luoghi di tappa s’erano scavati pozzi: a Zula poi, e specialmente al Bazar, non c’era ghiottoneria che non si potesse avere.

C) Trasporti per terra.

Non appena fu decisa la spedizione, parecchie commissioni, composte ciascuna di un ufficiale d’artiglieria, un ufficiale del commissariato, ed un veterinario, furono mandate dall’Inghilterra sulle coste settentrionali d’Africa, in Asia Minore, in Italia, Spagna e Grecia coll’incarico d’acquistare muli e spedirli in Egitto, a due campi di deposito espressamente stabiliti ad Alessandria e Suez.