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8 la spedizione inglese


Questi due signori, passando da un campo all’altro dei diversi principotti, finirono per legare la loro sorte a quella di un giovane capo abissino, chiamato Kassa; il quale, più intelligente, più energico, e più fortunato degli altri, aveva vinto, poco alla volta, i più potenti tra i suoi rivali, e stendeva il suo dominio sopra un territorio ogni giorno più vasto.

Kassa parlava già di ricostituire l’antico regno d’Etiopia, e si diceva chiamato da Dio a fare la grandezza del suo paese, a combattere l’islamismo, a conquistare Gerusalemme; — fondandosi anzi sopra un’antica leggenda, egli andava predicando che in lui era rinata l’anima di un re Teodoro morto nel secolo xi, e la cui memoria era assai cara agli Abissini. — La sorte non cessò di favorirlo: e nel 1855 l’abuna o vescovo lo consacrava Negus dell’Abissinia col nome di Teodoro II.

Sempre invaso dall’idea di combattere l’islamismo, e di conquistare Gerusalemme, il nuovo re volle ben presto provare le sue forze contro l’Egitto; ma, disfatto e respinto, ebbe il buon senso di capire che il suo esercito non poteva far fronte ad un altro più o meno ordinato all’europea; e da quel giorno fu suo pensiero predominante attirare in Abissinia maestri ed artigiani europei.

Era morto frattanto il signor Plowden, primo console inglese, e lord Russell gli aveva nominato un successore nella persona del capitano Cameron: — quest’ultimo, giungendo in Abissinia nel 1862 vi trovò già non pochi missionari, alcuni dei quali, spediti dal reverendo Gobat, vescovo protestante di Gerusalemme, erano appunto apostoli ed artigiani al tempo stesso.

L’accoglienza del re a Cameron non fu certo cordiale: ma nella speranza forse di cattivarsi il favore dell’Inghilterra e di ottenerne appoggio nelle future spedizioni contro i Turchi, Teodoro scrisse alla regina Vittoria offrendole amicizia ed alleanza, ed espresse a Cameron il desiderio che portasse la lettera egli stesso.

Cameron, anzichè aderire al desiderio del re, se ne parti per una città presso i confini dell’Egitto, dove lo chiamavano, a quanto sembra, le sue funzioni di console, e la lettera fu spedita alle Indie dove rimase dimenticata.

Il re, già in sospetto per il soggiorno di Cameron ai confini dell’Egitto, si adirò fortemente quando seppe che egli era ritornato