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Il cadavere del Re era stato sepolto ventiquattro ore prima in una fossa scavata nel corridoio interno della chiesa.

Ritornato al campo, seppi che il possesso di Magdalà, offerto da prima a Gobuziè Principe di Lasta, era stato da questi rifiutato, e che, offerto poscia, alla regina di una vicina tribù di Gallas, era stato subito accettato.

La questione politica circa la successione di re Teodoro sembra lasciata intatta, o, per meglio dire, sembra lasciata in pasto alle ambizioni dei diversi capi abissini.

Il giovane figlio di re Teodoro, piccolo selvaggio dalla faccia insignificante, sarà condotto in Inghilterra e quivi educato per conto del governo inglese.

16 aprile. — Il giorno 16 la valle del Bascilo e la salita all’altipiano di Talanta offrivano lo spettacolo più curioso e in pari tempo più triste: venti mila indigeni, per la maggior parte donne, vecchi e bambini, si accalcavano su quella strada, laceri, piangenti, affamati, offrendo allo sguardo tutta la immensa varietà delle miserie umane. Erano i rimasugli dell’armata di re Teodoro, erano le famiglie dei soldati che avevano seguito sino all’ultimo la fortuna del Re; camminavano carichi delle loro poche masserizie, e spingendosi innanzi a grande stento un numero sterminato di muli e somari, pur carichi. Le fatiche di quella marcia e il calore eccessivo della giornata avevano posto il colmo a privazioni e dolori sopportati da Dio sa quanto tempo; e si vedevano, ad ogni tratto, piccoli gruppi di famiglie intere staccarsi dalla strada per trascinarsi fin sotto un albero e implorare di là con grida e con pianti la pietà dei compagni e il refrigerio di un po’ d’acqua: quà e là era qualcuno che moriva e i parenti gli si accalcavano intorno, coprendo coi loro urli i suoi ultimi gemiti, strappandosi i capelli, battendosi il petto con pietre; dappertutto era un gridare, un chiamarsi, un piangere continuo. In certi punti della strada la folla