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letto del torrente Gidda, e rimontando poscia l’altro versante della valle, giungiamo sull’altipiano di Talanta.

La discesa e la salita, lunghissime e in certi punti assai ripide, sono state oltremodo faticose; e le truppe partite alla mattina alle 7, sono giunte al nuovo campo tra le 6 1/2 e le 10 di sera, digiune, e colla bella prospettiva di doversi coricare senza prendere alcun cibo, giacchè i viveri e le tende non arrivarono che a notte inoltrata.

Il generale in capo, col quale abbiamo l’onore di trovarci poco dopo il nostro arrivo al campo, ci dice di aver portate le truppe sin sull’altipiano di Talanta e d’averne voluto assicurare il possesso, in seguito a notizia, ricevuta durante la marcia, che re Teodoro aveva passato il Bascilo per venirci incontro.

Presso il ciglio dell’altipiano di Wadela e lungo la strada che conduce a questo campo, sono ancora fresche le traccie del passaggio di Re Teodoro; gourbis1 mezzo disfatti, alberi troncati, paglia da lettiera, pietre annerite dal fuoco delle cucine, cadaveri di quadrupedi, vi annunciano, ad ogni passo, il lungo soggiorno dell’armata del Re, cagionato dalle difficoltà della costruzione della strada; nè mancano, a completare il quadro, i soliti villaggi distrutti e i campi abbruciati.

La strada costrutta da re Teodoro nelle due pareti della valle per il passaggio dei suoi cannoni, è generalmente larga e in alcuni punti assai comoda; ma in alcuni altri le pendenze sono troppo forti e ben difficili a superarsi; grandi argini di pietra sono stati necessari nella parete destra della valle, onde sostenere il terreno bene spesso franoso, e in più d’un luogo sono visibili le mine impiegate per vincere la resistenza delle roccie; si vede che re Teodoro ha avuto a sua disposizione gran tempo e gran numero di braccia; ma certamente gli è mancato l’assistenza di un ingegnere di ponti e strade.

  1. Capannelle di frasche o di paglia per riparare i soldati dalle intemperie.