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falda meridionale del monte Alatgi. Noi allora attraversiamo il fiume e andiamo a stabilire il nostro campo ai piedi di un meschino villaggio, in un rientrante che forma ivi il versante sinistro della valle.

Partiti verso mezzogiorno dal campo di Masnà, giungevamo al nuovo campo verso le 8 di sera. Nulla di più grandioso e più imponente dello spettacolo che abbiamo goduto quest’oggi dalla sommità della cresta. Da tutti i lati, punte altissime e bizzarre, contrafforti che si staccano in tutte le direzioni e s’incrocicchiano in tutti i sensi, valli profonde e lunghissime; ad oriente, e proprio ai nostri piedi, la pianura immensa dei Gallas, e, più in là, i monti Zobul che la interrompono.

7 marzo. — La strada di ieri e dell’altro ieri era veramente un po’ al di sopra di ciò che si può esigere da muli e da cavalli: e queste due marcie hanno costato al nostro reggimento, Scinde Horse, sei cavalli sopra 153 e quattro bestie da carico. Il convoglio poi del bagaglio, partito ieri da Masnà alle una dopo mezzogiorno, non ci ha raggiunti che 26 ore dopo, passando per peripezie di ogni sorta.

Sembra ora che si sia trovata un’altra strada per giungere a questo campo, attraverso il gruppo del Monte Alatgi; le difficoltà del terreno vi sono di poco inferiori a quelle della strada che abbiamo percorsa noi stessi; ma vi sono molto meno alberi da tagliare, e si evita oltracciò un lunghissimo giro. — I lavori dei pionieri si porteranno, ad ogni modo, su quest’ultima strada, che sarà quella seguita dal resto dell’armata.

Tra i monti che sovrastano a questa valle dell’Atsala, e proprio alle spalle del nostro campo, sorge il picco dell’Alatgi, alto più di 3000 metri sopra il livello del mare. Presso la sommità di quel picco, il governatore del Woggerat possiede un amba, ossia una specie di castello fortificato, dall’alto del quale alcuni pochi soldati hanno la