Pagina:Osio - La spedizione inglese in Abissinia, Firenze, Civelli, 1869.pdf/12


— 6 —


Il colonnello Dillon ci accompagna quindi a terra e ci presenta a sir Charles Staveley comandante in secondo, al generale Malcolm comandante di divisione, al colonnello Phayre Deputy quarter master general e al brigadiere Merewether. Quest’ultimo, giunto pochi giorni or sono dalla sua gita di ricognizione sull’altipiano, ci parla del tratto di Abissinia da lui percorso come di un paese incantevole e pittoresco, e ci annuncia anche di aver ricevuto ieri stesso notizie dei prigionieri in data del 18 dicembre; a quell’epoca stavano tutti benissimo.

6 gennaio. — Oggi finalmente alle 11 del mattino, dopo nove giorni di dimora a bordo, lasciamo il Great Victoria e andiamo a prender posizione nel campo.

Alcuni ufficiali del Q. M. G. Department ci offrono di mettere in comune con loro le nostre razioni e di fare una tavola sola per i pochi giorni di nostra dimora a Zula. — L’offerta è aggradita.

Verso le 9 di sera ci ritiriamo alla tenda; i cavalli che nitriscono, le musiche dei distaccamenti che partono, gli ululati dei sciacalli che si avvicinano in bande numerose all’accampamento, e poi si disperdono fuggendo, non ci lasciano troppo gustare questa prima notte di riposo sotto la tenda: giova sperare che ci abitueremo ben presto.

7 gennaio. — Alle 6 del mattino lo sparo del cannone ci annunzia che sir Robert Napier ha lasciato l’Octavia per venire a stabilirsi nel campo ed assumere il comando del corpo di spedizione. Noi frattanto montiamo a cavallo e ci rechiamo al commissariato a ritirare le nostre razioni. Le cose procedono ivi con sufficiente ordine e i viveri somministrati sono piuttosto abbondanti e di buona qualità.

Tutti i generi sono portati dall’Inghilterra o dalle Indie; la carne però è somministrata da animali comperati sul luogo stesso dalle tribù vicine o dall’interno, ed il pane è fabbricato in tre forni di campagna stabiliti nel campo.