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pò a Roma in fretta e furia (com’avvien sempre purtroppo delle pubblicazioni redatte all’unico scopo di servir da titolo nei concorsi) il suo Katekismo Krüstinesko. L’anno prima Urbano Cerri scriveva infatti a Papa Innocenzo XI, raccomandandogli di mandare a Bacovia „con Carattere di Vescovo in partibus... il P. Vito Pilutij, che vi è stato 23 anni con gran sodisfazione di quei Popoli.”1 Così avviene che nel 1679 lo troviamo (ancora a Vignanello ma pronto a far le valige per il non breve viaggio) insignito del titolo di Arcivescovo di Marcianopoli. Nel giugno del medesimo anno, è già arrivato a Vienna, e, nell’ottobre, lo troviamo bell’e istallato nella sua residenza episcopale di Bacău, dove rimase fino al 1687, „quando lasciò per sempre la Moldavia” e prese per l’ultima volta la via del ritorno in Italia. Il 23 marzo di quell’anno, era infatti a Lemberg ed il 25 settembre a Vignanello, donde scrive l’ultima lettera per raccomandare un missionario ch’era stato con lui in Moldova ed ora ne ritornava „per non havere da mangiare, et anco per infirmità.” 2 Uomo di non grande ingegno e di minore cultura, Vito Piluzio adempì ciò non di meno assai bene all’ufficio commessogli, ispirando simpatia e fiducia a Principi tutt’altro che favorevoli alla propaganda cattolica, della quale anzi qualcuno3 fu fiero persecutore4. Non privo di ambizione, lo vediamo, è vero, brigar presso la Congregazione per ottenere il vescovato di Bacovia, ma lo vediamo anche soffrire la fame5 con coraggiosa e cristiana umiltà. D’altronde il vescovato ch’egli chiedeva era tutt’altro che un ca-

    nato in queste parti barbare con promesse di qualche rimuneratione, vivo di speranza, 10 anni ho servito da Missionario e 7 da Pref-o, mi parrebbe tempo di ritornare, se poi S. D. M. non vuole, faccia quel ch’ha determinato.”

  1. Op. cit., doc., XII, pp. 263—4.
  2. Op. cit., doc. XIII, p. 265.
  3. Ștefăniță-Vodă per esempio, del quale racconta il Piluzio che „se ne andò a Tergo Sireto ( Târg-Sărat), et spianò la Chiesa e fece fare per forza Scismatici i Cattolici, se ne andò alla Pietra e fece il simile, venne però il suo Cognato e cominciò a sagettare (infl. del rum., a sagetà) il Campanile, et immediatamente s’accecò.”
  4. Il doc. X (p. 259) allude nientemeno all’„estirpatione di tutti li Cattolici di tre Provincie”.
  5. Op. cit., doc. XI, p. 263: „In che miseria io qui stia con il P-dre F.-Antonio Giorgini mio Cappellano nessun lo credarebbe, ch’alle volte nemmeno un pezzo di pane di miglio havemo da mangiare.”