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sono assai migliorale per ciò che riguarda la cultura sì ecclesiastica che profana) la superiorità dei prelati cattolici assai più istruiti dei popi ortodossi e non di rado scienziati di gran fama ed eruditi profondi; sicché dalla loro conversazione cercavano ritrarre il maggior profitto possibile, giungendo fino ad informarsi di opere puramente religiose, qualcuna delle quali, come per esempio Il Giovane istruito ne’ dogmi cattolici, nella verità della religione cristiana e sua morale di Geminiano Gaetti, adattavano volentieri senza tanti scrupoli alle esigenze della loro cultura ecclesiastica. L’opera fu tradotta infatti in greco da un Antoniu Manoil din Moldova ed era posseduta intorno al 1886 dal Metropolita di Moldavia Iosif Naniescu che la faceva rilegare elegantemente ed imprimer sulla costola: Triumful Credinței ortodoxe de Antoniu Manoil din Moldova. Orbene è assai probabile che, Ienachita Văcărescu (che il 1782, all’epoca cioè della sua prima gita a Brasov, esortava il Manoil a tradurla dall’italiano); ne avesse avuto notizia da qualche prelato cattolico e italiano col quale, data la sua conoscenza della lingua italiana e la simpatia ch’egli mostra per l’Italia, non è poi strano che fosse in relazione. Così pure è da ritenere che lo zampino di qualche religioso italiano1 entri per qualcosa nel desiderio che lo Stolnic Constantin Cantacuzino mostra (in una sua lettera del 1694) al generale geografo Luigi Morsigli d’avere un esemplare del Penitente istruito del nostro Segneri, la fama del quale, all’epoca del viaggio del Cantacuzino a Padova (1667— 69) non riposava che sui Panegirici (1664) ed era quindi ben poca e povera cosa2È ad ogni modo diretta a un vescovo italiano un’altra lettera (1847) ben più importante al caso nostro di un giovane

  1. Non forse quel „prete Giovanni Abrami, Veneziano di Rito Greco” predicatore a’ tempi del Cantacuzino „alla corte di Valachia”, di cui ci parla (p. 214) il Del Chiaro nella sua Istoria delle Moderne Rivoluzioni della Valachia? Mi ci fa pensare l’aver egli tradotto dall’italiano in greco ciucile Massime degli Orientali (Fior di filosofi) che il Del Chiaro stesso aveva tradotte dal francese in italiano, e, più ancora, l’esser stato questo prete uno delle colonne di quella tipografia ecclesiastica impiantata a Bucarest dal Metropolita Antim e che il Del Chiaro ci descrive a p. 42 della sua per noi preziosa Istoria.
  2. Del Quaresimale e del Penitente istruito (1891) potè dargli notizia anche il Del Chiaro, che, tanto lui che suo fratello Michele „molte volte degnavansi invitare alla loro mensa.” Cfr. la citata Istoria delle Moderne Rivoluzioni della Valachia del summentovato Del Chiaro, p. 124.