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di ornamenti, nel medesimo stile barocco, che il Brâncoveanu scelse come modello per la sua fabbrica, per l’intervento e l’influenza de’ suoi segretarii italiani, che rallegrano col loro spirito e la loro giovial conversazione i trattenimenti di Corte.”1 Il palazzo di Doicești, a proposito del quali il Draghiceanu scrive quanto sopra, non esiste più che allo stato di rovine; è ancora in piedi però la bella chiesetta edificata quasi contemporaneamente al palazzo dal Brâncoveanu, e della quale vorrei qui poter riprodurre2 il portale e il candelabro „domnesc”, per dare un’idea esatta dell’influenza esercitata a quei tempi in Valachia dall’arte barocca italiana, quando serbava ancora la tracce di quella del Rinascimento che la generò e la produsse. Ma, poi che il lungo tema ne sospinge, ci contenteremo di riferir le belle pagine, nella quali il Draghiceanu, che ho ragione di ritenere assai competente in materia, dopo aver minutamente studiati a descritti gli altri due palazzi (di Potlogi e di Mogoșoaia) innalzati dal Brâncoveanu, si propone di rispondere a questi due quesiti importantissimi per il nostro argomento: quali ne sono stati gli architetti e qual n’è lo stile?

„Lo stile di una costruzione” — risponde il Drăghiceanu — 3 „si può studiare da tre punti di vista: 1) paragonandolo con quello degli edificii delle epoche anteriori, 2) studiando la costruzione dal punto di vista delle influenze artistiche, che abbia potuto esercitar su di esse l’arte dei popoli, coi quali siamo stati in più frequenti relazioni di cultura; 2) facendo delle ricerche intorno agli architetti che l’hanno innalzata, e sulla scuola, in cui bau fatta la loro educazione artistica.

Riteniamo ad ogni modo, che sia meglio prender questa volta le mosse dall’impressione che codesti palazzi han fatta su di due antichi conoscitori sia dell’architettura rumena che di quella europea de’ tempi loro, perchè le opinioni concordanti di due ottimi conoscitori appartenenti a due epoche e due nazioni diverse, mi sembrali quanto mai dir si possa concludenti. Orbene il

  1. Virgil Draghiceanu, Curțile domnești Brâncovenești. I. Doicești în Buletinul Comisiunii Monumentelor istorice, II, (1909) pp. 101 sgg.
  2. Lo posso ora (cfr. figg. 4 e 5) grazie alla gentilezza del Signor Alexandru Lepedatu, Segretario della Commissione per i Monumenti Storici, che ha messo a mia disposizione i due clichés.
  3. Op. cit., III (1910), pp. 62—68.