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β) Lo stile „brancovenesco“

Tali influssi dell’arte italiana architettonica, ed in ispecial modo della scultura decorativa, duraron per tutto il secolo seguente, fino a produrre, nella seconda metà di esso, quella particolar forma di stile, che suol chiamarsi, Fig. 2dal nome del Voda che l’introdusse in Rumania e se ne servì pe’ suoi palazzi, „brâncovenesco“.

„L’epoca (1688 — 1714) di Costantino Brâncoveanu” — c’informa Virgil Drăghiceanu1, dal quale togliamo le notizie che seguono — „non è certo un’epoca di fioritura in tutte le manifestazioni della vita sociale.” Ciò non ostante, per ciò che riguarda le relazioni spirituali, e specialmente artistiche, coll’Italia de’ tempi suoi, presenta per noi un interesse superiore a qualsiasi altra epoca anteriore. „Preparata dalla mano di ferro dell’energico Șerban-Voda Cantacuzino, la cui voce tonante2 e la gigantesca statura bastavano a tenere a segno le fazioni dei „boieri”, che, fin dai tempi di Matei-Voda Basarab, dilaniavan la Rumania colle loro lotte intestine; essa favorisce, grazie al tatto, all’abilità ed alla diplomazia dell’astuto principe Constantin Brâncoveanu, lo svolgersi d’una situazione così felice, come raramente s’era per lo innanzi vista in Valacchia. Nel nuovo stato

  1. Virgil Drăghiceanu, Curțile domnești Brâncovenesti în Buletinul Cumisiunii Monumentelor Istorice, II (1909) pp. 101 segg.
  2. Ecco come ne parla un suo segretario italiano: quel Giovan Maria Del Chiaro, la cui Istoria delle moderne rivoluzioni della Valachia, con la descrizione del paese, natura, costume, riti e religione degli abitanti (Venezia, Bortoli, 1718) è, a parer mio, il più bello e dilettevole libro che siasi scritto da noi sulla Rumania: „Terribile nell’amministrar la giustizia, intrepido nelle sue risoluzioni, ed inesorabile nel far eseguire i suoi ordini, a segno tale che per lo più nemmen giovavano