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b) Medici.

Ma non soltanto per galee si ricorreva alla Serenissima! Per medici altresì ed architetti. Nel febbraio infatti del 1501, due ambasciatori di Ștefan-cel-Mare (Stefano il Grande) erano inviati a comprar „panni d’oro” a Venezia e, bisogna men lieta, a chiedere alla Signoria un medico per il loro vecchio e glorioso Voda seriamente ammalato. Giunsero i messi felicemente e riferirono al Doge il desiderio del morituro: il medico doveva essere scelto fra i medici veneziani „li amici miei li qual son certo me amano”; ed il senato, accogliendo la richiesta, sceglieva Matteo da Murano, ciroico famoso per i suoi tempi. Tutto compreso dell’onore che il Senato della sua Venezia gli faceva, Matteo partì subito per la Moldavia, dove rimase tre anni al capezzale del vecchio soldato, che, nelle lievi migliorie e quando i dolori della gamba gli concedevano un momentaneo riposo, gli parlava della sua vita trascorsa quasi per intero tra le fatiche e le privazioni della guerra, mentre forse rivedeva colla fantasia i campi delle sue vittorie, con

.......le mobili
tende, e i percossi valli,
il lampo dei manipoli
e l’onda de’ cavalli,
e il concitato imperio
e il celere ubbidir!

„Io” — diceva infatti al suo medico il vecchio Voda ammalato — „io sono circondato da inimici da ogni banda, e ho avute bataie 36, dapoi che son signor de questo paese, de le qual son stato vincitore di 34 e 2 perse.” E Matteo riferiva puntualmente

    Doxiu de Hurmuzaki, Volumul VIII (1376— 1G30), București, 1894, p. 1. È del 30 giugno 1376. Il 11 agosto, il Senato veneziano „quia Magnificus dominus Stephanus otc., reputat sibi ad magnani gratiam de eo quod fecimus ipsum conduci ultra mare”, gli prolunga il termine del ritorno. Il medesimo favore di potersi recare al Santo Sepolcro su di una galea veneziana è accordato il 13 luglio 1386, a un nipote di Stefano, ma questa volta è detto esplicitamente nella deliberazione del Senato „quod possit cum sua pecunia et expensu armare dictam galoram in Veneeiis, et concedatur ei per nos corpus galene cum suis coredis.” Arch, di Stato di Venezia. Del. Sen. Miste. Reg. 40, Carta 35.