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veneti e genovesi che il vento gonfia e spinge per l’ampio mare a disputarsi il predominio commerciale nei porti del Mar Nero e del Danubio: a Chilia, a Moncastro, a Giaffa, a Tana. Ma neppure a queste vele— candide vele genovesi dal bianco stendardo crociato di rosso, vele multicolori veneziane fregiate della croce monogrammatica— possiamo troppo a lungo volgere lo sguardo. Volumi e volumi della Collezione Hurmuzaki narrali le loro gesta, il loro tenace lavoro, l’attività incessante, la ricchezza delle stoffe, dell’oro, delle armi (non di rado dei manoscritti e delle stampe) ch’esse vendevano nei porti rumeni, in cambio di grano e caviale. Oh tempi gloriosi nei quali Venezia era per davvero padrona del mare! Padrona al punto, che, quando il Vaivoda Stefano di Transilvania volle andar pellegrino in Terra Santa, fu ad essa che dovè rivolgersi per avere una galea, che, col solo stendardo di S. Marco, valesse a tenere in rispetto i predoni! Leggiamo con venerazione il documento che ci parla dell’impero che altra volta ebbe in Levante, e, affrettando col desiderio l’avvento dell’alba radiosa, in cui l’Italia apparirà alle genti secondo il voto del Poeta „nuova sul mare”; stacchiamo una buona volta l’occhio da quelle vele che van troppo lontano nell’oceano, perchè possiamo qui indugiarci a fantasticarne il cammino! Il documento è del 1376. Dice: „Cum magnificus dominus Stephanus Vayvoda Transilvanus per eius litteras et nuntium amicabiliter nos rogaverit quod complaceamus sibi de una galea cum qua ire et redire possit ad sanctum sepulcrum, cum personis XIV vel arca, et omnibus consideratis faciat pro honore nostro conservare et augere amicitiam suam, et sibi complacere, maxime quia bene reperitur modus habilis in hoc; vadat pars quod respondeatur ei, quod parati sumus libenter et amicabiliter compiacere sibi in faciendo ipsum conduci libere cum una nostra galea Barectum (Beirut), de quo loco poterit commode ire ad sanctum sepulcrum et cum eadem galera redire Venetias. Verum expedit quod ipse sit Venetiis1 cum comitiva sua usque dies XV mensis augusti proximi”2

  1. Correggo in Venetiis il Venetus della stampa rumena del documento, che non ha senso.
  2. Archivio di Stato di Venezia. Del. Sen. Miste. Reg. 35. Carta 122. il documento è pubblicato in Documente privitoare la istoria Românilor culese de Eu-.