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ΦΙΛΙΠΠΟΣ.
Ὤ λύσσα! λοιπὸν ἡ ὑποψία; . . . . .
ΓΟΜΕΣΗΣ.
. . . . . Εἶναι βεβαιότης πλέον.
κ. τ. λ.
(ΠΡΑΞΙΣ Β´, ΣΚΗΝΗ Ε´) |
Da principio ho supportato che il lettore conoscesse una delle tante caricature del verso alfieriano:
A. Sailo?
B. Sollo.
A. Sassi per tutta Atene:
ma poi... no! sarebbe stato un far torto all’Alfieri. In quella sua spezzata brevità, quella scena è veramente potente: il nostro vecchietto l’avrà segnata per questo.
Non poteva mancare un segno alla scena II dell’atto V:
ΚΑΡΟΛΟΣ.
Τί βλέπω; σὺ βασιλίσσα τίς σ´ ὡδήγησεν ἐδῶ; ὤ! τί σὲ παρακίνησεν; ἔρως, καθῆκον; εὐσπλαγχνία; πῶς ἔλαβες τῆς ἄδειαν; κ. τ. λ.
(ΠΡΑΞΙΣ Ε´, ΣΚΗΝΗ Β´), |
L’Oreste, se non è rimasto intonso, non ha certo interessato di molto il lettore. Ad ogni modo, perchè si abbia il modo di giudicare dell’abilità del traduttore, che non mi pare eccessiva, daremo, qui un estratto anche dell’Oreste:
ΣΚΗΝΗ Τελευταία.
ΟΡΕΣΤΗΣ, ΠΥΛΑΔΗΣ, ΗΛΕΚΤΡΑ.
ΟΡΕΣΤΗΣ.
῀Ω διατί λυπημένος, φίλτατέ μου; δὲν ἡξεύρεις, ὅτι ἔσφαξα, ἐκεῖνον τὸν κακοῦργον; ἀκόμη στάζει αἴμα τὸ ξίφος μοῦ· ἰδέ. ἀχ, σὺ δέν ἔγινες κοινωνὸς τοῦ φόνου! ἂς κορτάσουν κἂν ἃ μάτια σου ἀπ´ αὐτὴν τὴν Θέαν.
ΠΥΛΑΔΗΣ.
῀Ω θέα! — Ὀρέστη, δός με αὑτὸ τὸ ξίφος.
R. Ortiz. | 21 |