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gedia era troppo rivoluzionaria. Contemporaneamente, curiosa coincidenza!, la compagnia francese, che fino allora non aveva trovato nulla a ridire sulle recite degli scolari di Aristia, incomincia a lagnarsi di non aver mai libera la scena per le prove, del mobilio che deperiva... ecc., ecc; il Principe Ghica, che pur si era dichiarato protettore del Teatro Nazionale, dopo le prime rappresentazioni si vide costretto a piegare il capo alle rimostranze del console russo e ritrasse l’aiuto pecuniario concesso alla Società Filarmonica; di maniera che il Teatro Nazionale, non potendo far fronte a tante difficoltà, fu costretto a sospendere per allora le sue recite.

Fino al 21 settembre 1839, in cui sappiamo da Gh. Asaki, che, „dopo una lunga tregua che ha addolorato quanti sono amatori del teatro nazionale”1 si rappresentò finalmente di nuovo un’opera in lingua rumena”2, non ci furono che rappresentazioni in francese quasi tutte d’occasione e in determinate solennità3. Quella in rumeno di cui ci parla Asaki avvenne a Iași e fu una replica del Saul nella ormai celebre traduzione di C. Aristia. Rileviamo dal citato articolo dell’Albina Românească (tutt’altro che favorevole al povero Aristia e perciò insospettabile di parzialità nelle lodi che prodiga agli attori che interpretaron le parti della tragedia alfieriana) che anche questa terza rappresenzatione andò a gonfie vele. „Per ciò che riguarda la rappresentazione” — scrive Asaki in fin dell’articolo — „essa ha fatto senza dubbio buona impressione sia per il personale che per gli accessorii. Saul ne’ gesti e nell’atteggiamento della persona s’è rivelato un vero talento tragico ed è riuscito a comunicare più volte agli spettatori le sue sofferenze; David ha mostrato tutto il suo carattere nobile pio e melanconico; Micol, la cui parte è stata rappresentata da una damigella che finora non aveva mai visto teatri ha recitato come non si trovasse sulla scena, ma fosse realmente partecipe di quegli avvenimenti,



  1. [„ După o îndelungată păcuire, care au intristat pe toți doritorii teatrului național”]. Cfr. l’articolo inserito da Gh. Asaki nel foiletonul della sua Albina Românească, anul X (1839), n. 75 (21 septembrie), p. 309.
  2. [„ O piesă în limbă Românească”].
  3. Cfr. quanto a questo proposito scrive il Iorga a p. 152 (vol. I) della sua bella Storia della letteratura rumena del secolo XIX, pocanzi ricordata: „De acum înnainte,și la prilejuri solemne, piesele de ocasie ce se dadură,.... se fac și represintă pe franțusește”. [„ D’ora innanzi, anche nelle solennità, le opere d’occasione che si rappresenteranno, si scriveranno e si reciteranno in francese”].