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timenti tutti, dei quali David è una immagine viva. Se la nostra nazione, risorta pur ora, incomincia appena a muovere i primi passi, se i popoli nella loro infanzia hanno bisogno di una educazione morale e politica, se è necessario che ogni educazione segua un metodo; questo metodo retorico o organo di educazione, il teatro dico, bisogna che cominci in un modo classico, che contribuisca alla formazione dello spirito, della lingua, del cuore: di questa trinità, per mezzo della quale l’uomo si differenzia dall’animale e concepisce una immagine viva della divinità, la quale anch’essa appare in ogni cosa come trinità”1.
Davvero che Heliade aveva curiose e punto ortodosse idee intorno alla Trinità! Ma non per questo noi diremo pomposo il suo concitato annunzio teatrale del Saul. A me par di vedere nello stile di Heliade qualcosa di quello fra romantico, mistico e patriottico di Giuseppe Mazzini. E, come nessuno ora scriverebbe in quello stile, ma nessuno d’altra parte oserebbe in Italia tacciarlo di retorico e di gonfio, mentre è di tal potenza che fa assai spesso venir le lagrime agli occhi ed empie l’animo di una ammirazione sconfinata per quella fede e per quell’entusiasmo, senza de’ quali l’Italia forse non sarebbe; così a me non par bella, per l’amore stesso grandissimo che porto alla Rumania l’aria di suffisance, con cui da taluno si parla oggi di Heliade, le ardenti pagine del quale, se pure non sian sempre modello di stile, hanno certo una potenza di suggestione e un sapore di sincerità, che, a petto loro, quelle più ricercate e polite degli scrittori moderni, danno una impressione di falso e di vuoto da far pena addirittura.
La professione di fede politica e letteraria contenuta nell’annunzio sopra riferito, e, in ispecial modo, quanto da esso traspariva, non dovè piacer troppo a quelli che erano in alto, i quali (dice maliziosamente l’Ollănescu) avevano il privilegio di legger tra le righe, anzi soprattuto fra le righe. „Essi lasceranno per ora che si rappresenti la tragedia dell’Alfieri, visto che non potrebbero impedirlo, ma avran cura di specular attentamente sì l’argomento della tragedia, che l’impressione enorme che produrrà nel pubblico e troveran modo in seguito di non concedere mai più al troppo ardente Direttore della Società Fi-
- ↑ Curierul românesc, 27 novembre 1837.