Pagina:Ortiz - Per la storia della cultura italiana in Rumania.djvu/31


21


storia loro. Miron Costin, della generazione che tien dietro immediatamente a quella di Urechie, sa molto di più: troviamo in lui, in mezzo a una gran quantità di confusioni e di errori, tutti gli elementi del passato romano. Malgrado si occupi soltanto della Moldavia, questo boiardo liberale e dotto comprende nella ricerca delle più lontane origini del nostro popolo anche gli altri rumeni, non esclusi gli Aromîni del Pindo, e li definisce tutti Italiani veri e proprii.

Ed ecco che un uomo, che non aveva questa volta studiato in Polonia, ma proprio in Italia (a Padova, dove si recavan molti dall’Oriente) lo stolnic 1 Constantin Cantacuzino, prende a raccontare anche lui (sempre prima dell’anno 1700) di Traiano e degli Imperatori Romani che regnaron sulla Dacia dei nostri progenitori. Con maggior chiarezza, sicurezza maggiore e maggior ricchezza di particolari che non avesse fatto Miron Costin del quale non ebbe notizia, il Cantacuzino ci parla del primo stabilirsi dei Romani nelle nostre terre, che Cantemir aveva chiamato „descălecatul” 2, cioè prima discesa o prima colonizzazione.

Finalmente lo spirito del Rinascimento viene accolto, per via delle lezioni impartitegli da un greco che conosceva assai bene il latino e aveva studiato in Italia, da Dimitrie Cantemir, il dotto figliuolo di Constantin Cantemir. Nutritosi lo spirito, durante tutta la giovinezza, dell’assidua lettura dei classici, si trovò, quando esule e privato del trono fu costretto a riparare in Russia, nel caso di poterci dar l’opera più estesa che possediamo, riguardante la più antica epoca della nostra storia: Hronicul Romîno-Moldo-Vlahilor 3 Per lui non c’è ormai più alcun dubbio, non solo che siamo latini, ma che nessuna circostanza ha mai potuto allontanarci neppure una sola volta dalle terre conquistate dalle legioni di Trajano. Codesti uomini, ai quali si può aggiungere un diligente integratore e compilatore, Nicolae, il figliuolo di Miron Costin, avevan tutti lavorato senza conoscersi e senza fondarsi l’uno sul lavoro dell’altro,

  1. Stolnic equivale press’a poco ad Intendente ed era una delle cariche di corte degli antichi rumeni.
  2. [„Scavalcata.”]
  3. [„Cronaca dei Rumeni-Moldo-Valacchi.”]