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vembre 1819; non così per il Filippo, del quale sappiamo soltanto che andò in iscena nel maggio dell’anno seguente1. Visto poi, che giornali intorno al 1819-20 non ne esistevano in Rumania2, neppure scritti in greco, avevo perduto ogni speranza di sapere alcunchè intorno all’esito della rappresentazione, alla qualità degli attori e alla interpretazione delle singole parti, quando mi sono imbattuto nel seguente prezioso periodetto del Filimon, che soddisfa, mi pare, alle nostre legittime curiosità: „Ai tempi del governo provvisorio, si fece da parte di Aristia un certo tentativo di risvegliare il gusto del teatro. Egli rappresentò infatti, insieme co’ suoi scolari, il Giunio Bruto e l’Oreste di Alfieri, poi l’Alzira di Voltaire. Le due prime in greco, l’altra in francese. Fra i giovani scolari di Aristia, si fece molto onore (così si dice) C. A. Rossetti, che rappresentò la parte del tiranno Egisto nell’Oreste, con una ferocia tanto naturale, da meravigliare il pubblico e persino il suo professore Aristia”3. Oggi,

  1. Il 1820 fu anche recitato l’Aristodemo di V. Monti. Cfr. Ollănescu, op. cit., p. 37.
  2. La prima idea di un giornale rumeno scritto in lingua rumena si deve a un signor Racocea, che il 1817 pubblicò a Lemberg il manifesto di un giornale che però non vide mai la luce (cfr. quanto ne dice M. Kogălniceanu nella Dacia literară del 1840, n. 1). Un altro tentativo si deve al sig. Z. Karcaleki, che il 1822 per la seconda volta sperò condurre in porto una simile intrapresa, senza riuscirvi neppur lui. Finalmente, verso la fine del 1827, I. Heliade-Rădulescu avrebbe potuto condurre ad effetto l’idea di Racocea e di Karcaleki, se il governo di allora non gli avesse negato il necessario permesso. Traggo queste notizie dall’ottima Bibliografia publicațiunilor periodice românesci | și a celor | publicate în limbi străine în România | sau de Romania in străinetate, | 1817-1887 | de | Alexandru Pop | Archivarul Academiel Române, | Bucuresci. | Tipografia Academiei Române, | 1888. [É un ottimo lavoro che riesce utilissimo allo studioso delle relazioni che intercedon fra la letteratura rumena e le altre europee. Ho presente un esemplare della Biblioteca Academiei fornito di molte giunte manoscritte, utilissime. Prima di questo lavoro esisteva un saggio di C. D. Aricescu in Columna lui Traian (1873, n. 9) e un altro di D. Iarcu in Bibliographia chronologica română (ed. II, Bucuresci, 1873); ma ambedue i saggi eran molto difettosi].
  3. Filimon, op. cit., p. 183, nota 1-a: „In timpul guvenului provizoriu s’a făcut o mica încercare din partea lui Aristia pentru deșteptarea gustului de teatru. El a reprezentat cu școlarii săi pe „Iunius Brutus” și „Orest” de Alfieri, iar mai în urmă pe „Zaira” de Voltaire. Pe cele doue dintâi in limba elenă, iar pe cea din urmă în limba franceză. Dintre junii școlari s’au distins mai mult (asă se zice) C. A. Rosetti, care a reprezentat pe „Egist” tiranul din tragedia Orest” cu o ferocitate atât de naturală în cât a spăimântat pe public și chiar pe Aristia, profesorul sèu.”