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Peccato che non siano ancora un modello di essattezza e che quella originale del Cantacuzino sia andata perduta!1 Chi sa che i moderni cartografi non ci avessero potuto imparare qualcosa! Resta il fatto che il nostro Stolnic, che a principio della sua Storia citava Aristotele, (del quale, dopo due anni di studio padovano doveva essere ben impregnato) e nel corso dell’opera (indubbiamente sua!) ricordava altri libri del catalogo sopra riferito; non si dimenticava, neppur fra le mene torbide della sua politica d’intrigo, della città nella quale aveva succhiato il latte della scienza, e, dovendo pubblicar la carta geografica della Yalachia, la faceva uscir pei tipi della stamperia del Seminario, la sola, che, insieme coll’autorità scientifica che le veniva dall’aver la sua sede nell’Atene d’Italia, possedesse i mezzi tecnici ch’egli riteneva necessarii ad eseguirla.

ι) Lo „stolnic” Cantacuzino e la cultura italiana alla corte di Constantin-Vodă Brâncoveanu.

Conchiudendo, in quell’ambiente di raffinata cultura ed eleganza italiana, ch’era, intorno al 1700—1713, la corte di Constantin-Vodă Brâncoveanu2, la severa figura dello stolnic

  1. A nulla son valse le ricerche del Iorga (Manuscripte din Bibl. străine in An. Ac. Române, Secț. Ist., XXI, p. 88, nota 1) a Padova e a Venezia. Tuttavia qualcuno potrebbe essere più fortunato. Sarebbe bene pertant o che gli studiosi italiani se n’occupassero, soprattutto a Padova, dove la cattedra di geografia è tenuta da Un insegnante giovane, dotto e attivo e che si occupa per di più di cartografia. Si tratta in fin dei conti di una carta stampata nel 1700, non nei tempi preistorici!
  2. Cito qui le più recenti pubblicazioni intorno a Costantino Bràncoveanu e il suo regno, comparse in occasione del bicentenario (15 agosto 1714—15 agosto 1914) della tragica morte di questo principe, cui tanto deve la cultura rumena:N. Iorga, Constantin-Vodă Brâncoveanu. Viața și domnia lui, Vălenii-de-Munte, 1914, magnifico volume con più di 130 illustrazioni utilissime per lo studio delle influenze che il barocco italiano ha potuto esercitare sull’arte decorativa rumena di quel tempo; N. Iorga, Valoarea politică a lui Constantin Brâncoveanu (Conferenza tenuta all’Ateneo Rumeno di Bucarest il 15 agosto 1914), Vălenii-de-Munte, 1914, importante per i raffronti col momento politico attuale, e per la conclusione, in cui si attribuisce a merito al Brâncoveanu l’aver compreso, che, „mentre i legami politici esistono oggi e domani posson cadere infranti, e i successi facilmente ottenuti con un colpo di fortuna, colla medesima facilità si perdono per un colpo contrario; tutto quanto si conquista per mezzo di una cultura profondamente radicata negli spiriti, fa parte dell’eredità immortale d’un popolo.” Ma più di