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del Seminario di Socola1, ed un volume dal titolo Lyceum patavinum sive icones et vitae Professorum Palavii MDCLXXXII publice docentium per Carolum Patinum.... Patavii, MDCLXXXII, che ho potuto identificare2 col Gymnasium patavinum dell’elenco, che il Cantacuzino studente comprò a Padova per soldi 4 veneziani.3 Degli altri libri quelli che a noi maggiormente importerebbe conoscere sono gli Elogi dei Signori Veneziani4, Le differenze delle parole, in cui mi par di poter ravvisare le Elegantiae del Valla, il libro di Paolo Loredano che tratta Del cielo5, la Logica di Cesare Cremonini e l’altra6, dello Zabarella; ma non li abbiamo più ed è perciò vano perdersi in congetture, tanto più che i titoli sono soltanto approssimativi e molte volte traducono così pedissequamente in rumeno quelli originarii, che, p. es., mi c’è voluto del bello e del buono a ravvisare nelle Cărți lu’ Aristotel ale celor dupre urmă analitică gli Analitici posteriori e nelle Posterioarele fisicii la Metafisica. Ad ogni modo pochini erano i libri di autori italiani che il Cantacu-

  1. Reca l’ex libris: Ἐκ τῶν τοῦ Κωνσταντίνου τοῦ Καντακουζηνοῦ.
  2. Sotto il nome dello stampatore: Typis Petri Mariae Frambolli. Superiorum permissu, si legge infatti chiarissimamente, di mano che ho potuto riscontrare del Cantacuzino medesimo: Ex libris Constantini Cantacuzeni.
  3. Sulla ricca biblioteca di libri latini, greci, slavi, rumeni raccolta nel monastero di Hurezi e ammirata da Giovanni Comneno, risultante di donazioni fatte da Brancovani, dal Cantacuzino ed anche di libri comperati espressamente a Venezia (Bibl. Camuzatii Tricassini) o a Parigi, quali per esempio un Pontificale (Venetiis, 1672), un Synodicon (Oxonii, 1672), i Commentarii di Origene (Oxonii, 1595) e conservati ora nel Museo della Commissione dei Monumenti Storici, cfr. Virgil Drâghiceanu, In amintirea lui Constantin Brâncoveanu (1716— 1916) București, Göbl, 1914, p. 28.
  4. Forse le Vite de’ Prencipi di Vinegia di Pietro Marcello tradotte in volgare da Ludovico Domestichi stampate a Venezia, per Plinio Pietrasanta il M. D. LVII, se pure non si tratti del De Venetis Magistratibus di M. A. Sabellico.
  5. Questo signor Paolo Loredado si è ostinato, malgrado tutte le mie ricerche, a volermi restar del tutto ignoto. Lo abbandono al suo destino.
  6. Tanto l’una che l’altra di codeste Logiche son notissime agli studiosi, sicchè „parole non ci appulero”. Del Cremonini parla a lungo e assai bene il mio dotto collega P. P. Negulescu nel primo volume delle sua Filosofia Renașterei (București, Göbl, 1910, I, 134 sgg.), opera meditata e forte ch’è un peccato resti inaccessibile agli studiosi italiani essendo scritta in rumeno. Sullo Zabarella è apparso recentemente (Cfr. in Nuovo Archivio Veneto N. S, XXX, 494— 96 la buona recensione di Roberto Cessi) una monografia di Gasparo Zonta, Francesco Zabarella (1360 — 1417), Padova, Tip. del Seminario, 1915, che non ho potuto consultare.