vantagio, fin verso giorno; Mercoledì ha comincialo a soffiar burrascoso e sopraggiungendo il sole più cresceva di forza, — il quale (vento) undici ore di mare ci ha fatti stare in pericolo, finchè abbiamo dato fondo in un porto che si chiama Campo Boldo (ed è) assai buono. È li ci siamo riparati. E durato quel vento fortissimo fino alle 31 ore di notte, quando cadde, — sia anche questo pericolo in lode del Signore. Ed in questo porto ci siamo fermati Giovedì tutto il giorno e Venerdì, verso sera, levatici (di lì) abbiam viaggiato un’ora di notte fino a Rovin a prender ordini secondo è l’uso. Quivi siamo rimasti 2 giorni, ed ordini non (ne) abbiamo trovati. Dopo di che ci siamo spinti più su, verso un porto, dove ci siamo fermati 1 giorno e la notte, levatici (di lì), abbiam veleggiato fino all’ora di colazione, quando siam giunti a Venezia, Martedì, Febbr. 19, giorno bello e sereno. Quivi nel porto entrati colla nave, siamo rimasti in essa tutta quella notte. E Mercoledì a mezzoggiorno ci son venuti a rilevare e ci han condotti qui2in contumacia3 Ci han tenuti qui in questa contumacia solo giorni 30 e ci han fatto uscire il giorno di Venerdì a mezzogiorno, Marzo 23. Qui è venuto a prendermi persona di fiducia di padron Pana, il ieromnimon Gonduli, che m’ha preso con sè e m’ha condotto a casa sua qui in Venezia, e vi son rimasto fino al giorno 18 di Aprile. E poi son venuto a Baduva4 (sic), partendo di Venezia il giorno di Venerdì dopo pranzo e viaggiando insieme con padron Pana e Raul Santonin avvocato ed il fratello di padron Pana Giovanni Antonio, fino a casa loro in un villaggio che si chiama Mira; e quivi fermatici, ci siam levati di lì il giorno dopo con padron Pana e il fratello Giovanni Antonio e siamo arrivati qui in Padova. Essendo dunque arrivati qui e partito Pana con sua moglie, non trovando subito alloggio come io lo desidero, siam restati qui soli io e Nicola di Bubuli in casa del ch-mo Signor Giovan Filippo Corniglia, perchè ci procuri maestro e casa buona dove alloggiare. Dopo ciò, Mercoledì, giorno 14 Aprile, trovandomi nella chiesa ch’è la loro 5 Metropolia, mi son recato dai preti canonici; tra i quali oggi mi trovo, in casa del prete chiamato Alviz Fiorie, che mi tiene in casa, e mi alimenta, dandogli io al mese ducati 15. Il maestro anch’esso nella medesima casa abitando, viene ad ore fisse a darmi lezione. Il quale chiamano Antonio Dalacfa6 Accademico, dal quale coll’aiuto del santissimo e potentissimo Iddio e le non interrotte preghiere della Beatissima Madre del Signor (nostro) Gesù, ho cominciato ad apprendere con tutte le mie deboli forze umane, il giorno di Giovedì, Aprile 15 7 . Di lui e di me e di tutti, Iddio pietoso abbia misericordia. E nel luglio 28/18 e nel giorno di Giovedì ho cominciato a studiar la logica dall’illustre
- ↑ Aveva scritto prima: 4.
- ↑ Al lazzaretto.
- ↑ In quarantena.
- ↑ Padova.
- ↑ Cioè: dei cattolici — il Duomo, la Cattedrale di S. Antonio.
- ↑ Antonio Dall’Acqua, pronunciato come i greci ed i rumeni pronunziano il latino quo: acvila, acva ecc. L’effe rappresenta qui il suono dell’U grecomoderno.
- ↑ Sopra la data ortodossa, in cifre cirilliche, leggiamo la cattolica: 25, in cifre arabe.