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fu ospitato dapprima presso un don Alvise Florio, poi presso la signora Virginia Romana.

γ)Il taccuino d’uno studente rumeno nella Padova nel seicento.

Poi che ci rimane un prezioso taccuino, nel quale il nostro scolaro prende nota non solo del viaggio da Costantinopoli a Venezia e da Venezia a Padova, ma fin delle sue spese giornaliere, comprese quelle dei libri che più particolarmente c’interessano; ci affrettiamo a metterne a parte i lettori italiani, traducendolo dal rumeno colla maggiore esattezza che ci sarà possibile:

1667, Genn. 19-o giorno.

Qui comincio a prender nota della mia partenza da Costantinopoli.

La quale, coll’aiuto del filantropo Iddio padre, l’intercessione del theanthropo figliuolo e la scorta del santissimo Spirito, sono uscito (sic) da Costantinopoli, giorno di Venerdì, Genn. 18, giorno dei venerati santi e vescovi Athanasio e Cirillo, dei quali le orazioni e l’aiuto ne portino in salvo senza pericoli; e son venuto col caicco, in compagnia del padre Bartholommeo il piccolino e di Loise Athineo il cantante, e di Michele fino all’isola di Halchi, perchè là si trovava là barca ad aspettar quelli che in essa dovevano viaggiare. E siam restati li fino al giorno dopo, e, venuto il giorno di Sabato, a due ore di notte siamo partiti in viaggio nella barca di cui era capitano Bernardo Martinenco (sic), la barca avendo due nomi diversi: l’uno Madona de Rozario (sic), l’altro Corona aurea. Questa barca è costruita a Venezia; ma l’equipaggio di essa è francese e lo stesso il capitano ohe ho di sopra ricordato. Siam giunti alle Scotte del Mar Bianco (come son dette, ma sono castelli) Venerdì, Genn. 24, e siam restati qui fino a Domenica giorni tre, secondo il costume che han nel fermarsi le navi cristiane. E siam partiti di bel nuovo, coll’aiuto e la guida di Dio, Domenica, Genn. 26, all’ora di pranzo e solo abbiamo oltrepassato i fortilizii, avendo il vento contrario. Di qui, la terza notte, dal Lunedì al Martedì, procedendo con buon vento, siam giunti all’isola che chiamano Milo, Giovedì, Genn. 30, ad un’ora di notte; e siam restati lì fermi Venerdì e Sabato tutto il giorno, trovando qui il marchese Vila1 (sic), che, venendo da Creta, si recava a Zante, con gran paura de’ Barbareschi. Partiti Domenica, siamo giunti a Zante sul far del giorno, Mercoledì. Qui non ci siamo feimati punto, avendo buon vento. Di qui, navigando diritto alla volta di Cefalonia, in questo medesimo giorno, verso il tramonto2, ci ha colto anche una tempesta, ma non poi così grande, ed è durata ore 3. Di qui siam giunti con tempo sereno fino in vista di Aranzo ed ivi (era) molta calma. Martedì, due ore prima di notte, ci ha colto un vento contrario e così tutta la notte soffiando, dalle 3. ore di notte e dav-

  1. Noto viaggiatore, che fu presente all’assedio di Creta e descrisse il suo viaggio in un volume apparso il 1668. Cfr. Iorga, Operele mi Constantin Cantacuzino, Bucuresti, Minerva, MCMI, p. XXXV.
  2. Rum. chindie = angelus.