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cordo se ne può vedere nelle due mazze portate anche oggi dai bidelli dell’Università. La corporazione dei giuristi predominava per antichità, per onori, per numero; vi si ascrivevano perciò pure alcuni, ai quali non era meta lo studio delle leggi... In origine, gli stranieri, fermatisi a studio in Padova, avevano costituito altrettante Università (corporazioni), quante erano le nazionalità largamente intese. Erano modellate sul tipo delle usuali corporazioni, delle quali, più che degli individui, risultava la Città antica, e presto si videro sorgere al fianco corporazioni di studenti italiani, ma di città diverse. Prosperando lo studio, i comuni interessi... spingevano gli scolari a più ampia unione, che si presagiva più forte. Ecco due grandi corporazioni: una tutta di stranieri, e detta a Padova degli ultramontani; l’altra tutta d’italiani, esclusi i cittadini del luogo (perchè soggetti al Comune, dal quale le Università volevano essere indipendenti) detta dei citramontani. Quindi molteplicità di Rettori, di magistrati, di giurisdizioni. Ma, nella più recente figura d’aggruppamento degli scolari, le loro università non si distinguevano oramai che per la materia di studio. La distinzione fra ultramontani e citramontani restava solo per trarne a vicenda i Rettori. Sopravvivevano anche, col nome di nazioni, gli originari gruppi nazionali, alcuni dei quali possedevano copiose librerie. Di tutte le nazioni si poteva dire ciò che di sè stessa scrive in buon italiano del Cinquecento la tedesca: „Quivi si pacificano le discordie et differentie frà membri suoi; quivi si celebrano quelli, che vivono degnamente et virtuosamente; quivi si riprendono et tal hora si scacciano quelli che vivono vinosamente et scandalosamente; quivi con pubblico danaro si sovvengon gl’infimi, gli passeggieri et altre povere genti; quivi si somministrali libri in ogni scientia a quelli che hanno bisogno; quivi finalmente si donano a sepoltura quelli che sono in essa Natione descritti, con pompa e carità”1

„Ma Padova era lieta di tanti scolari accorrenti al suo Studio? Le antiche cronache narrano ad ogni pagina le risse e i tumulti degli scolari in città: e proprio il cinquecento ne offre copiosa messe. Un cronista2 ci dice, che i padovani sembravano

  1. [Ann. incl. nat. germ., I, 489—90.]
  2. [British Museum, ms. n. 8600.]