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dotto. Erano essi il fiore degli scolari; entusiasti nel cercar gli antichi codici, niun disagio li spaventava. Scendevano in Italia con commendatizie di dotti stranieri a quelli italiani: alcune dirette all’Egnazio in Venezia, non poche al Bembo1 in Padova, tutto amore per quello studio e desideroso che vi brillasse, anche nella giurisprudenza, la luce dell’erudizione. Nell’ospitale casa di lui, nella lieta villa di S-ta Maria di Non convenivano i letterati e i migliori scolari. Giovò il liberale aiuto del Bembo, del Beccaduli, dei professori padovani a far entrare alcuni di questi scolari nella Marciana e a ottenere loro a prestito qualche manoscritto. Sappiamo il nome di alcuni di questi scolari... che passavan la notte a copiar codici della Marciana avuti in prestito, mentre infuriavan per le vie le risse dei loro condiscepoli.

Tutti gli scolari erano uniti in due grandi corporazioni o Università con proprio Rettore, propri magistrati, propria giurisdizione: dei „giuristi” o scolari di legge, l’una; degli „artisti" o scolari di filosofia, medicina, teologia, l’altre. L’ultimo ri-

    quand je voudrois. M. notre Ambassadur s’en partoit en niesme temps, sans l’avoir veue, & se pleignoit de ce qu’on lui vouloit faire faire la cour au Cardinal Charlet, maistre de cete Librerie pour cela; & n’avoit, disoit-il, james peu avoir le moi’en de voir ce Seneque à la mein, ce qu’il dèsiroit infinimant. La fortune m’y porta, comme je lenois sur ce lesmoingnage la chose pour desesperèe.” E, senza comprender la cortesia speciale fatta a lui, aggiunge una delle sue riflessioni preferite: „Toutes choses sont einsin aisèes à certains biais, & inaccessibles par autres. L’occasion & l’opportunitè ont leur privilieges, & offrent souvant au people ce qu’elles refusent aus Rois. La curiositè souvant s’ampeche elle niesme, come faict aussi la grandeur & la puissance.” Journal du voyage de Michel de Montaigne en Italie, par la Suisse & l’Allemagne en 1580 & 1581, avec des Notes par M. de Querlon, A ROME; Et se trouve à Paris, chez Le Jay, Libraire rue Saint-Jacques, au Grand-Corneille. M. DCCC. LXXIV. Vol. II, pp. 13—14.

  1. Saluti al Bbembo manda anche un Voda rumeno: Mihnea Turcitul in una lettera a sua madre Marioara a Venezia: „Αλω, κυρα Μαργιωα, πρακαλο σε, να βαλης κοπον νπαις στον αφεντη τον Καπελω, μαξη με τον Ρατουλ, και στον Πεμπο, να τους δοσε γραφες μου“. [„D’altro, signora Marioara, ti prego: di fare in modo da recarti dal Signor Cappello insieme con Radu e dal Bembo e dar loro le mie lettere.“] Cfr. Iorga, Studii și documente, București, Socec. 1901, III, pp. LIII-LIV della Prefazione. La letteratura è datata: Giugno 1595, ed è stata trovata dal Iorga a Venezia tra le carte dell’isola di Creta.