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cetti” alla moda alla corte di Caterina de’ Medici ed in italiano un inno a Dio, che il Guazzo ci ha conservato. Più fortunato di tanti altri suoi pari, ottenne (nel luglio del 1583) di salire sul trono di Valacchia”, dove rimase fino all’aprile del 1585. Durante il brevissimo regno, „innalzò chiese e palazzi, fece fonder cannoni11, intrattenne una corte", in cui non mancavano „cavaglieri italiani”, fra cui un tal Franco, che non è certo Niccolò, morto il 1570. Costretto dai Turchi a fuggire dal regno, „si rifugiò in Transilvania, fu imprigionato, scappò di prigione e tornò in Italia”. Anche questa volta seppe procacciarsi „ammiratori e amici”; ma, sbarcato a Venezia ed alloggiato, insieme col suo segretario Francesco Sivori, nella „vecchia e marcia” Ca’ del Pozzo, non potè rimanervi a lungo, chè la Signoria gli mostrò ben presto il pericolo, „che alla sicurezza della sua persona poteva venire dall’enorme quantità di stranieri”, che ogni giorno sbarcavano a Venezia, tra i quali potevano ben nascondersi dei sicarii prezzolati da’ suoi nemici. Partì alla volta di Mantova e di Ferrara, proponendosi di fare un pellegrinaggio a Loreto e a Roma, ma se ne tornò di lì a poco a Venezia, dove, malgrado avesse agito contro il divieto del Senato, anche questa volta fu ricevuto gentilmente, e fornito di una galera per recarsi a Costantinopoli. Partiva dalla città dei dogi col cuore pieno di riconoscenza per la Repubblica, augurandole, che, „sì come il Signor Dio l’hà conservata sempre come una vergine celeste, così si degni conservarla sempre vergine, liberandola da ogni pericolo e dandole sempre felicità”2.
Pochi giorni dopo, era dai Turchi annegato crudelmente nel Bosforo.
- ↑ Cfr.I. Bongars, Tagebuch seiner Reise von Wien nach Konslanlinopel im Jahr 1585, Il ms. (N. 468 della Stadtbibliotheck di Berna) è stato pubblicalo dal Dr. Hermann Hagen a pp. 62— 72 del suo studio: Jacobus Bongarsius. Ein Beitrag zur Geschichte der gelehrlen Studien des 16— 17 Jahrhunderts. Bern, Fischer, 1874. Universitàtsprogramm per l’anno 1874.
- ↑ Iorga, Breve storia, p. 94.
veneziana, non gli fu inutile”. Cfr. Hortensia Schachmann, Petru Cercel după izvoare de curând publicate sau inedite in Convorbiri Literare, XXXVI ’(1902), pp. 1033— 1034.