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di bue, legumi, butiri per Costantinopoli”1. Il giudizio — è forza riconoscerlo — non appar troppo lusinghiero; pure, prima d’incolparne il Boterò, sarà bene considerare in primo luogo ch’egli si fa probabilmente portavoce di giudizii espressi da altri; poi, che intorno al 1599, le condizioni intellettuali e morali del contadino rumeno erano assai peggiori di quanto oggi non possa apparire. Purtroppo neppur oggi tali condizioni son quali sarebbe desiderabile che fossero, onde non troppo diversamente dal Boterò ne parla, un testimone non sospetto, A. D. Xenopol in una delle sue belle conferenze al Collège de France2 Roma, del resto, non fu fatta un in giorno, e, d’altra parte, come il medesimo Xenopol ebbe occasione di rilevare, buoni segni non mancano; non manca soprattutto la buona volontà di renderle ogni giorno gradatamente migliori3, negli uomini di governo d’ogni partito, che, per diverse strade, tendono tutti a fare sparire la distanza, che separa ancora la classe dominatrice, da quella che soffre e lavora!

Non facciamo dunque al Botero l’ingiuria di giudicarlo alla stregua d’un qualunque volgar detrattore e perdoniamogli se il contadino rumeno gli sia parso instabile, ozioso e amico delle taverne.

Stiamo invece a sentire, com’egli parli dell’origin romana dei discendenti di Trajano, e della latinità del rumeno cento

  1. Op. cit., ed. cit. Parte I, Libro I, pp. 85—96.
  2. Cfr. A. D. Xenopol, Les Roumains. Histoire, ètat maleriel et intellectuel. Huit leçons faites au Collège de France en 1908. Paris, 1899, p. 127—128: „...pendant que la classe cultivèe est arrivèe à alfiner ses goùts, à se crèer une foule de besoin autrefois inconnus (voyages, thèàtres, maisons belles, confortables et luxueuses, repas copieux, etc.), les paysans sont restès toujours dans leur ètat primitif, incultes, complètement ignorants de toute amèlioration à introduire dans la nature du sol ou dans celle des animaux; se servant encore d’instruments imparfaits pour le travail de la terre; minès et fauchès par les maladies, faute d’une assistance sanitaire suffisante, et partageant des prèjugès absurdes contre les mèdecins; ne connaissant pas les règles les plus èlèmentaires de l’hygiène; mal nourris, mal vètus, mal loyès (cfr. Botero: „habitano poueramente”); adonnès dans leur immense majoritè au vice de la boisson (cfr. Botero: „amici... delle tauerne”),— une loi contre l’ivresse ne vieni d’etre votèe que maintenant, 1908 — voilà l’ètat prècaire dans lequel se trouve l’immense majoritè des l’aysans de la Roumanie...” .
  3. Cfr. del medesimo A. D. Xenopol, Mijloace de îndreptare ale stării țăranimii române, Iași, 1907.