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volume del Signor Apostolescu1sono stato invogliato a fare anch’io delle ricerche intorno alla lingua e alla letteratura italiana in Rumania, e, poi che queste non sono state del tutto infruttuose, eccomi ad esporne i primi risultati. Naturalmente l’influenza italiana sulla letteratura rumena è assai minore di quella francese, anzi può dirsi limitata — in quanto influenza preponderante. — a Ienăchiță Văcărescu, Ioan Heliade Rădulescu e Gheorghe Asaky, precursore il primo, promotore il secondo, seguace il terzo di quell’indirizzo filologico-letterario, che fu detto dell’italianismo e rappresenta in fondo lo svilupparsi in Rumania d’una tendenza ch’era, in germe, già nella Scuola latinista di Transilvania.

Non intendo contrapporre al volume dell’Apostolescu i documenti che verrò qui raccogliendo coll’unico fine di render note in Italia queste lontane propaggini della nostra letteratura. Trascurate dagli studiosi di cose rumene, ignote addirittura ai cultori di letteratura italiana, m’è sembrato valesse la pena di studiarle in un capitolo da aggiungersi ai molti che già possediamo di quella futura Storia della letteratura italiana fuori d’Italia2, di cui si sente già il bisogno e sarà certo la benvenuta, quando finalmente un qualche studioso ce la darà.

    gioni religiose o politiche: Sebastiano Ciampi, p. es., nel periodo della restaurazione, inviso al governo perchè liberale e già ligio a Napoleone, seccato fors’anche un po’ dai pettegolezzi e dai fastidi che l’arcivescovo gli dava per certa sua serva, che faceva chiacchierar la gente, partì con questa nel 1817 per Varsavia, invitato ad insegnar greco in quella Università. A lui che, negli studi suoi su Cino da Pistoia e l’edizione di statuti senesi, prevenne in certo modo il metodo storico [una riprova ne abbiamo nella „Bibliografia” citata, che farebbe onore ai più illustri seguaci contemporanei di quel metodo] dettero per successore il poeta Bagnoli che di greco, pare, ne sapeva pochino. Ma era ligio al Granduca!” In Polonia non rimase che cinque anni, dal 1817 al 1822. Era nato a Firenze il 30 ottobre 1769. Vi morì (nella quiete di una sua villetta non lontana dalla città, in cui ebbe il piacere di poter trascorrer negli studi gli ultimi anni della vita) il 14 dicembre 1847.

  1. L’influence des romantiques français sur la poesie roumaine par N. I. Apostolescu, docteur ès lèttres, avec une préface de M. Emile Faguet de l’Academie française, Paris, Champion, 1909.
  2. Fin dal 1834, Sebastiano Ciampi (op. cit., p. I) deplorava, che le „storie e notizie letterarie ed artistiche delle culto nazioni” rimanessero,,come i popoli indigeni degli antichi, rinchiuse ed isolate nei propri! limiti, senza conoscersene al difuori le straniere vicendevoli comunicazioni”, e più tardi (1850) il Balbo accennava chiaramente (in quel suo meraviglioso Sommario della Storia d’Italia