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il primo vero viaggiatore in Rumania, di cui ci restin notizie positive; il primo viaggio scritto con intenzioni alquanto più letterarie di quanto non siamo soliti di ritrovare nelle relazioni degli Ambasciatori veneti e dei Missionarii dei diversi ordini religiosi che nel corso dei secoli si disputaron la missione apostolica in Rumania; è senza dubbio quella del padovano Andrea della Valle, che il 1534 accompagnò in Transilvania il Conte Aloise Gritti, incaricato da Solimano di conchiuder per conto suo la pace con Ferdinando Re dei Romani. Il Gritti fu (com’è noto) fatto uccidere a tradimento da Niccolò Potocki, e da questo tragico avvenimento il Della Valle prese occasione per iscriver la sua „Narrazione di Francesco Della Valle padovano della grandezza, virtù, valore ed infelice morte dell’illustrissimo Signor Conte Aloise Grilli... etc., contenuto nel Cod. Ital. Class. VI, No. CXXII della R-a Biblioteca Marciana di Venezia e pubblicata di su quel codice da uno studioso ungherese (Nagy Ivàntól) nella rivista intitolata Maggar Tórténelmi Tàr (vol. VIII, pp. 101 sgg.). Ne riferiamo un brano che riguarda più da vicino la Rumania propriamente detta, giacché ehm’è chiaro il viaggio del Della Valle rappresenta più che altro un documento importante sulla storia e i costumi dei rumeni di Transilvania soggetti allora come oggi al duro giogo delle tirannide magiara:

...passò con tutto il suo esercito il Danubio et arrivò nel paese di Valacchi, s’allogiò in campagna sotto li padiglioni per quella notte, et la mattina seguente cavalcò verso Tragovista (Târgoviște) Città, et habitatione del Sig-re di quel paese, il quale con bellissima compagnia venne ad incontrarlo, et gli offerse allogiamento nella Città. Il mio Sig-re di tanta sua cortesia lo ringratiò molto; nè volendo accettare l’offerta allogiò nella campagna con tutto il suo esercito, dove gli erano tesi gli padiglioni. Gli furon donati da quel Sig-re molti roncini, et vettovaglia d’ogni sorte et egli all’incontro gli ridonò quatro bellissimi cavalli Turchi et ricchissimi vestimenti d’oro, e dir seta. Trago vista è città non molto grande posta in piano, ser o glià di muro. Il castello di quella, dove habita il suo Sig-re è serrato di grossissimi palli di rovere. Vivono quelle genti secondo la legge Greca et vestono di panni longhi, portando in capo capeletti alla crouata. La lingua loro è poco diversa dalla nostra Italiana, si dimandono in lingua loro Romei perchè dicono esser