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legni sparveriati di S. Giorgio e di S. Marco. Basta infatti aprire il volume VIII della Collezione Hurmuzaki, per convingersi dell’importanza che le relazioni dei baili veneti a Costantinopoli hanno, non solo per ciò che riguarda la storia rumena di quei tempi, ma l’ordinamento meraviglioso delle diplomazia veneziana, davanti alla quale siam pur costretti a riconoscere che quella odierna fa una ben trista figura. Venezia infatti sapeva tutto. Da Costantinopoli il suo bailo l’informarva dei più grandi come dei più piccoli avvenimenti: degli apparecchi navali che quel chane del Signor Turcho faceva per la primavera, e dell’esportazione dei cavalli e de’ buoi dalla Moldavia; delle disfatte che i principi valacchi infliggevano al sullodato Signore ed empivano di gioia i cuori veneziani e del rischio di farsi impallar che correva qualche avventuriero suddito della Repubblica seguitando a intrigar coi fanarioti per ottener l’investitura dell’uno o dell’altro dei due principati vassalli di Valacchia e di Moldavia. Sorprese diplomatiche non esistevano nè per Venezia nè per i suoi baili, le cui relazioni non si possono leggere senza sentirsi l’animo compreso di un senso di profonda ammirazione per l’esattezza, la praticità, l’acutezza delle vedute e il patriottismo che sembra trasparire quasi ad ogni parola di quelle vecchie pagine vergate alla buona in uno stile frammischiato di parole veneziane che sa deliziosamente di fondaco e di balle, eppur non teme certo il paragone di quello aridamente burocratico dei diplomatici contemporanei. Più utili, e talvolta persino più interessanti nella loro vivacità popolana di molti eruditissimi e leccatissimi viaggi, siam purtroppo costretti a lasciarli da parte, dopo averne (tanto perchè se n’abbia un’idea) dato appena un piccolo saggio. Scegliamo a quest’uopo la relazione del bailo Giacomo Soranzo (Archivio di Sialo di Venezia, Disp. Cost. 1568, f. 3)1 intorno all’arrivo in Costantinopoli e alla deposizione del Voivoda di Valacchia.
Serenissimo Principe,
Gionse qui già 4 giorni il Vaivodă di Valachia, giovine di circa 20 anni, accompagnato da circa mille cavalli et fu mandato ad incontrar secondo l’ordinario; ma la istessa sera li fu mandato ordine che consignasse il tributo, si come fece, et il giorno seguente fu consignato in guardia dei chiausi, et gianiceri, et di subito
- ↑ Hurmuzaki, op. cit., VIII, 129.