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VIII

è venuto fuori questo volume e verrà forse fuori, se le cure della cattedra e altri doveri perentori non me lo impediranno, una „Storia della Cultura Italiana in Rumania”, per la quale mi trovo d’aver già raccolto tutto il materiale necessario.


In un’opera stampata in italiano fuori d’Italia, il lettore vorrà perdonare, se, malgrado le cure mie e dell’editore, la correttezza tipografica, lascia qua e là a desiderare.

Quanto a me, sento il dovere di ringraziare con S. E. il Ministro della Pubblica Istruzione I. G. Duca e l’Amministrazione della „Casa delle Scuole”, che han voluto mettere a mia disposizione la somma necessaria per pubblicarla, anche il tipografo C. Sfetea ed i suoi operai, per la diligenza, la pazienza e la buona volontà, colla quale mi hanno coadiuvato.

Se qualche errore è sfuggito, è sfuggito a me, ai miei poveri occhi affaticati.


Ed ora, libro mio, parti pure per le fiorite piagge d’Italia; da’ per me un bacio a’ miei vecchi; seduta la bella villa settecentesca, nella cui amabile quiete e frescura ho tante volte proseguito, durante le dolci vacanze d’altri tempi, le ricerche interrotte a Bucarest dal sopraggiungere della torrida estate rumena.

Va’, libro mio, dove a me non lice di andare; parti lieto e sicuro per il tuo pellegrinaggio votivo; parla agl’italiani di questo popolo fratello che non conoscono e che non li conosce; parla ai Rumeni della gloria e degli splendori d’un tempo, quando l’arte italiana e la gentilezza del costume cinquecentesco facevan delle corti di Petru Cercel e Constantin-Vodă Brâncoveanu eccelsi e lucidi fari della cultura latina in oriente!

Possano gli uni e gli altri accoglierti coll’amore col quale ti ho scritto, sentire il dolore che ho sentito quando ho dovuto constatare l’ignoranza assoluta che l’uno ha delle cose dell’altro, nutrir la speranza che ho sempre nutrita (e nutro oggi più viva che mai) che in avvenire i due popoli procedan di conserva nella via segnata loro dalla comune tradizione latina!

Va’, libro mio, e a quanti vorran gabellarti per „libro d’erudizione”, rispondi col mesto sorriso di chi è solo a parte del proprio dolce segreto, che sei, libro d’amore"!

RAMIRO ORTIZ

Bucarest, 7/20 giugno 1916